La Nato vuole un approccio 'più offensivo' contro le operazioni ibride della Russia. L'Ira di Mosca 

di Peter Ferrante

 

LONDRA - La Nato sta considerando un cambio significativo nella gestione delle attività ostili attribuite alla Russia: cyberattacchi, sabotaggi e intrusioni con droni. L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comitato militare dell’alleanza, ha spiegato in un’intervista al Financial Times che la strategia puramente reattiva non è più sufficiente e che l’Alleanza atlantica potrebbe valutare azioni più preventive per scoraggiare nuove provocazioni.

 

Dragone ha detto che la NATO sta esaminando la possibilità di essere “più aggressiva o proattiva” in ambito cibernetico, un passaggio che segnerebbe una deviazione dalla tradizionale prudenza dell’alleanza nelle operazioni offensive. Secondo lui, in una fase in cui gli attacchi ibridi russi sono sempre più frequenti, un’azione preventiva potrebbe rientrare comunque in un quadro difensivo, purché vengano affrontati i nodi giuridici e di giurisdizione.

 

Negli ultimi mesi l’Europa ha registrato episodi di sabotaggio sui cavi nel Baltico, attacchi informatici significativi e violazioni dello spazio aereo da parte di droni russi. L’operazione Baltic Sentry — una missione di sorveglianza delle infrastrutture critiche nel Mar Baltico — è considerata un esempio di deterrenza riuscita: da quando è stata avviata, ha osservato Dragone, “non è successo nulla”.

 

I Paesi dell’Europa orientale, più esposti alle interferenze russe, sostengono da tempo che una postura troppo prudente possa essere interpretata da Mosca come un incentivo a continuare con operazioni ostili a basso costo.

 

Ma la NATO deve fare i conti con vincoli legali e normativi che non valgono per il Cremlino. “Abbiamo molti più limiti della controparte a causa dell’etica, della legge e della giurisdizione”, ha detto Dragone. “Non è una posizione perdente, ma è più difficile”.

 

L’intervista arriva dopo una serie di incidenti: un’esplosione lungo la linea ferroviaria Varsavia–Lublin, l’intercettazione di droni russi da parte di Romania e Polonia, e nuove segnalazioni di violazioni dello spazio aereo in Moldavia. Da settembre, più di 20 droni russi hanno attraversato lo spazio aereo polacco.

 

Mosca ha reagito duramente alle parole di Dragone: il ministero degli Esteri russo ha definito le sue dichiarazioni “irresponsabili” e un segnale di “escalation”, avvertendo la NATO sulle possibili conseguenze per i suoi stessi membri.

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