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"Fuga in Normandia" ci restituisce Glenda Jackson, assolutamente indimenticabile. Michael Caine l'altra leggenda

di Teresa Marchesi - Huffington Post

 

Se non conoscete Glenda Jackson, è perché siete troppo giovani, e perché dal 1992 al 2015 la più straordinaria attrice inglese del decennio tra la fine dei ’60 e la fine dei ’70 ha preferito fare la parlamentare nelle file laburiste, diventando anche sottosegretario ai Trasporti con Tony Blair. Scelta di puro coraggio militante, per una figlia di operai che aveva letteralmente dominato gli schermi dell’epoca, vincendo due Oscar nel giro di quattro anni, per Donne in amore di Ken Russell e per Un tocco di classe, passando per Domenica, maledetta domenica e per due memorabili incarnazioni della regina Elisabetta Prima e di Sarah Bernhardt.

 

Glenda Jackson è morta a 87 anni nel giugno 2023, e non ha fatto in tempo a vedere il suo ultimo film, Fuga in Normandia (The great escaper), che l’ha affiancata a un’altra leggenda britannica, Michael Caine, quasi cinquant’anni dopo il loro Una romantica donna inglese. In parallelo, Caine ha annunciato l’anno scorso il suo ritiro dalla recitazione. Ecco già due ottime ragioni per non perdere il film di Oliver Parker che esce da noi con Lucky Red il 20 giugno. L’ironia, la grinta, la travolgente umanità di Jackson anziana danno l’esatta misura di quanto ci ha sottratto, come spettatori, la sua forte coscienza politica (rigorosamente antithatcheriana).

 

Per curiosa coincidenza la vera storia di Bernie Jordan, diventato un caso mediatico quando lasciò alla chetichella la casa di riposo in cui viveva con sua moglie René per partecipare, in Francia, alle celebrazioni per il 70° anniversario dello sbarco in Normandia, ha ispirato due film quasi contemporanei.

 

 

L’altro è The Last Rifleman - Ritorno in Normandia: Pierce Brosnan è irlandese, il nome è cambiato, ma la storia è la stessa. Non c’è nessuna retorica patriottica però nel viaggio del veterano ottantanovenne della Royal Navy (munito di deambulatore) e nella parallela attesa di René, che pur essendo allo stremo lo ha incoraggiato a partire.

 

Il titolo del film ricalca il tweet diffuso dalla polizia dopo la scomparsa di Bernie, #The Great Escaper, ed era una celia, perché così veniva soprannominato il mago Houdini. Ma quando vede il suo volto sulle prime pagine dei giornali e al suo ritorno in Inghilterra viene accolto con le fanfare, Bernie si ribella. Su quelle spiagge, ha saltato le celebrazioni per cercare la tomba del commilitone falciato davanti ai suoi occhi durante lo sbarco a Sword. E tra le cinquemila lapidi del cimitero militare di guerra di Bayeux esclama: “Che spreco!” La scena più emozionante però è l’incontro casuale con i veterani tedeschi arrivati in Normandia, anche loro, a ricordare i loro morti. C’è un senso di tragedia condivisa, un bisogno di riconciliazione che non funziona a parole ma a gesti concreti.

 

Bernie ha vissuto la solidarietà dei commilitoni, i lutti segreti di un veterano della RAF che lo ha ospitato, ma solo ‘la sua ragazza’ può capire il senso profondo del viaggio, di cose che non puoi combattere come la guerra e la vecchiaia. E Glenda Jackson, così bella, mi verrebbe da dire, così implacabilmente determinata a demolire ogni soffio di retorica con il sarcasmo, così generosa di sfumature, così esemplare nell’estrarre gli ingredienti essenziali che uniscono due esseri per tutta la vita, è assolutamente indimenticabile.

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(Teresa Marchesi, critica cinematografica e regista, è tra le giornaliste italiane più brillanti, le cui prime esperienze di cronista sono cominciate alla Repubblica di Scalfari. Ha poi lavorato alla Rai come inviata speciale del Tg3 - Ora collabora a importanti giornali e riviste. Il suo Blog www.huffingtonpost.it)