L'AMERICAN
COLONY HOTEL
Alberto Stabile "Il giardino e la
cenere". Israele e la Palestina nel racconto di un albergo leggendario
ROMA - Un libro necessario, a un anno dal
massacro del 7 ottobre, per comprendere i rapporti tra Israele e la Palestina
attraverso le storie e i personaggi di un albergo nel cuore del conflitto,
l’American Colony Hotel.
«Per me, che sono stato cronista itinerante,
mandato a Gerusalemme per lunghi periodi, l’Hotel American Colony
è stato molto più che un luogo di prolungati soggiorni e d’incontri
estemporanei. È stato una finestra spalancata su una realtà complicata che non
conoscevo».
La realtà è quella della nuova, e tremenda,
fase dello scontro tra israeliani e palestinesi, apertasi secondo l’autore con
l’Intifada del 1988 e culminata il giorno in cui «tutti gli schemi, le analisi,
le verità e le previsioni sono saltati», il 7 ottobre 2023.
Una realtà a cui questo libro dà un’anima
nella mente del lettore mantenendo fisse sempre insieme due prospettive.
Innanzitutto i dettagli e le figure della vita corrente di questi lunghi anni:
«le immagini, le situazioni, i personaggi», i tanti momenti e fatti,
indimenticabili per chi li vive e i primi a essere dimenticati dalle
storiografie maggiori (storie quotidiane, come l’invincibile, tenace nostalgia
del profugo che lascia appese le chiavi alla porta della casa che deve
abbandonare perché il soldato non la scardini; o come l’umiliazione
dell’apartheid linguistico, del passante che si arrangia a un posto di blocco,
costretto «a sorridere al soldatino di origini russe che non parla una parola
di arabo né di inglese»).
La seconda prospettiva è il racconto degli
occhi stessi che guardano: l’avventura che cambia tutto nella vita e
nell’essere dei grandi reporter e dei corrispondenti esteri che si proiettavano
dagli agi del Colony verso gli scenari di guerra;
erano i «Jerusalem Boys and Girls» che subito introiettavano quanto la loro
testimonianza sarebbe stata sempre davanti al giudizio della storia; per molti
di loro stare al Colony e andare alla prova del fuoco
era una specie di temerario funambolismo etico, alla Hemingway, alla Greene.
Nella narrazione di Alberto Stabile vibra
sempre una particolare sensibilità per i luoghi, il talento spesso malinconico
di far parlare lo spazio, tra i giardini e le ceneri. Ed è dominata da una
dolorosa lucidità: «Nel momento in cui la terra su cui ambivano vivere e
progredire è diventata essa stessa un simbolo della fede e, proprio in quanto
simbolo, indivisibile, l’equilibrio della convivenza è saltato, facendo spazio
al conflitto. Il conflitto, dunque, è l’essenza non dichiarata di questo
libro».
Alberto Stabile
(Trapani, 1947), giornalista de L’Ora e poi firma storica di Repubblica,
inviato speciale di politica estera, corrispondente da Israele, Russia e Medio
Oriente, nel 2008 ha pubblicato il libro Palestina sul conflitto
israelo-palestinese. Con la casa editrice Sellerio
Il giardino e la cenere. Israele e Palestina nel racconto di un albergo
leggendario (2024).
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