ALLA GALLERIA MAZZOLENI
Il
segno attraverso il tempo: Accardi, Capogrossi e Reimondo
a Torino. Tre artisti moderni, tre stili diversi
TORINO
- Tre artisti diversi, tre stili diversi, ma anche una comune volontà di
muoversi tra forma e linguaggio, alla ricerca di nuove vie per un'arte che si
costruisce intorno al segno. La galleria Mazzoleni nella sua storica sede di
Torino ha inaugurato la mostra "Bianco Nero Colore Chiuso Aperto",
che ospita opere di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi e David Reimondo. E nei loro lavori il segno assume senso e valore
non solo per le comunità e il momentostorico per le
quali sono stati prodotti, ma - travalicando i limiti temporali - arriva fino a
essere un valore universale sia sul piano materiale sia su quello simbolico.
E
se Capogrossi è morto nel 1972, e la Accardi nel 2014, David Reimondo vive invece una importante stagione "midcareer". "Mi ha affascinato molto - ha
spiegato l'artista ad Askanews - questa cosa che ci accomuna nella
forma, cioè nel segno. Anche se il mio in certi casi può sembrare più fisico,
però il segno ci accomuna. Mi è piaciuto partire proprio da questo lato formale
ed estetico, perché dopo ognuno ha la propria poetica e la propria
ricerca".
Per
la Accardi le letture del suo lavoro hanno sottolineato le dinamiche tra
positivo e negativo e la creazione di una sorta di scacchiera narrativa. Di
Capogrossi è invece molto noto il segno, che pervade gran parte della sua opera
e diventa la base per un vero e proprio nuovo linguaggio. Intorno a queste due
figure storiche la mostra trova poi spazio per la continua volontà di battere
nuove strade che caratterizza il percorso di Reimondo."Diciamo
che con Accardi - ha aggiunto David - sicuramente ci lega di più il concetto di
pieno e vuoto, negativo e positivo. E io in certi casi aggiungo anche la terza
dimensione: i segni vengono in fuori o rimpiccioliscono.
Quindi
diciamo che con Accardi c'è questa relazione. Con Capogrossi c'è un legame
anche più forte, sulla simbologia. E lui aveva creato proprio un alfabeto con
dei simboli di linguaggio, che mi è certamente più legato".Il risultato finale è, oltre che una mostra
elegante e in grado di rappresentare l'evoluzione delle ricerche artistiche,
anche una sorta di armonia tra il tempo e gli stili: uno spazio di riflessione
su uno degli elementi chiave delle arti visive, ossia il segno e la sua
gestione.
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