LE
SORPRESE DI UN GRANDE SCRITTORE
La pittura
di Jack Kerouac vive ancora nella Svizzera italiana. Le sue opere sono
custodite da due galleristi
di
Eduardo Simantob - SWI Swissinfo
Arminio Sciolli vide per la prima volta un lotto di dipinti di Jack
Kerouac a una fiera
del libro a Milano quindici anni fa. Chiese se qualcuno di essi fosse in
vendita. Gli risposero di sì, ma che erano stati riservati dall'attore
americano Johnny Depp.
Tuttavia, con
la crisi finanziaria del 2008, Depp rinunciò ad acquistarli. E così Arminio,
che è un avvocato, gallerista e collezionista d'arte del canton
Ticino, si offrì insieme al fratello Paolo di comprare l'intera collezione di 100 dipinti e disegni più alcuni cimeli: abiti, scarpe da
ginnastica, una scatola di pastelli e un registratore a cassetta con i nastri
delle conversazioni che Kerouac usò in libri come Visioni di Cody.
Parte della
collezione è stata esposta nel 2016 nell'ambito di una mostra celebrativa sulla
Beat Generation al Centre Pompidou di Parigi. Tre anni dopo, la collezione di
Kerouac è stata protagonista di una monografica a Milano, accompagnata da un
catalogo che ha finalmente portato alla luce un lato poco conosciuto di uno dei
più influenti scrittori nordamericani del XX secolo.
Kerouac ascese
al pantheon della letteratura americana, e al consenso mondiale, soltanto dopo
aver stracciato insieme ai suoi compagni beat le convenzioni e il
decoro del mondo letterario. Per gran parte della sua vita fu un invece un outsider,
una figura marginale e disprezzata da gran parte dell'establishment letterario.
Truman Capote espresse quello che è forse il più noto giudizio, a
proposito del romanzo Sulla strada (1957): "Questo non è
scrivere, è battere a macchina". L'autore gli replicò con un dipinto (non
proprio lusinghiero).
Quanto ai
disegni e quadri di Kerouac, il loro valore non può essere misurato solo su
basi estetiche. Come osservano i curatori italiani Sandrina Bandera, Alessandro
Castiglioni ed Emma Zanella nell'introduzione al catalogo della mostra, non si
possono esaminare queste opere con il metro tradizionale della critica d'arte.
Kerouac sentiva il bisogno di trasmettere idee e sentimenti attraverso un
ventaglio di strumenti e visioni, considerando l'espressione artistica nella
sua totalità.
In effetti, è
difficile valutare singolarmente le opere pittoriche di Kerouac. Spaziano da
olii su tela a schizzi a matita su tovaglioli, e sono influenzate dal
surrealismo e dall'espressionismo astratto che erano di tendenza nella scena
artistica newyorchese degli anni 1950.
I soggetti
variano da ritratti di amici e amanti a riflessioni sulla religione (i traumi
del cattolicesimo e la presunta redenzione attraverso la meditazione buddista,
nonché lo sviluppo della sua personalità di "mistico pazzo").
Kerouac, inoltre, dipingeva allo stesso modo in cui scriveva: istintivo e
rapito, senza disegni preparatori o progetti.
Scrisse
persino una sorta di manifesto personale, datato 1959, che inquadra la sua
pittura. "Usa il pennello in maniera spontanea, ossia senza disegnare,
senza lunghe pause o ritardi, senza mai cancellare… accumula", scrisse,
precisando: "Fermati quando vuoi 'migliorare': è fatta".
Complementi
visivi alla parola scritta
Accanto ai
suoi scritti e alla storia della sua vita, l'arte figurativa di Kerouac è un
terzo asse per capire la profondità della sua ricerca esistenziale e della
produzione letteraria. I suoi libri erano sostanzialmente romanzi a chiave
-storie di vita reale presentate come finzione- nei quali cercava di narrare
l'energia e le preoccupazioni di un gruppetto di poeti erranti che vagavano per
l'America appena dopo la seconda guerra mondiale.
Kerouac, con
lo scrittore William S. Burroughs e il poeta Allen Ginsberg, formava una sorta
di trinità della cosiddetta Beat Generation.
Attorno a loro
ruotavano molti altri artisti e poeti (non necessariamente di minore talento),
ma queste tre personalità distinte, insieme, riassumevano le problematiche
sociali (razzismo, omofobia, ambiente), gli stili letterari liberi e
provocatori, e le diverse forme di ricerca esistenziale che i beatnik
affrontavano con orrore dei valori americani puritani, e la gioia di una
giovane generazione che si apprestava a squarciare quei valori nei movimenti di
controcultura degli anni Sessanta.
Nato nel 1922
a Lowell, Massachussets, in una famiglia
franco-canadese, Jean-Louis Lebris de Kerouac iniziò
a studiare inglese soltanto all'età di sei anni: la principale lingua parlata a
casa era il francese. Ciononostante fu, almeno tra gli
esponenti principali del movimento beat, uno dei più influenzati dalle
tradizioni e la cultura degli Stati Uniti d'America.
"Kerouac
cercava l'America di Walt Whitman [poeta del XIX secolo], un'America che non
esisteva più neppure ai tempi dei suoi primi viaggi", disse William S.
Burroughs in un'intervista del 1994.
Tuttavia, per
quanto la sua attenzione fosse attirata da una certa immagine dell'America, le
sue influenze erano piuttosto ampie e globali.
Influenzati
dalle ampie conoscenze di Burroughs, Ginsberg e Kerouac presero ispirazione da
molte fonti, quali i poeti francesi Baudelaire, Verlaine e Rimbaud, esponenti
del modernismo europeo come Kafka, Céline, Joyce ed Ezra Pound, nonché la prima
psicanalisi (Carl Gustav Jung, Sigmund Freud, Wilhelm Reich), le riviste pulp e
la cultura afro-americana e latina.
In seguito,
avrebbero esplorato anche la cultura orientale e le tematiche arabe nel corso
di viaggi in Paesi come la Colombia, il Marocco e l'India, ma anche i meandri
più remoti della psiche, attraverso la sperimentazione di droghe e la
sessualità. Al contrario di Burroughs e Ginsberg, Kerouac era eterosessuale, ma
sosteneva l'outing dei suoi amici.
I beat
esibivano apertamente la loro omosessualità, con l'intento di impressionare ma
anche di rendere normali certi atteggiamenti. Erano gli albori del movimento di
liberazione gay della fine degli anni Sessanta.
Progetti in
sospeso
I viaggi di
Kerouac narrati in Sulla strada risalgono al 1947-48 e il
manoscritto, un rotolo di carta da telex di 36 metri, fu steso
praticamente senza sosta nel corso di tre settimane sotto effetto di benzedrina.
Il manoscritto
divenne un iconico oggetto d'arte, esposto in vari musei di tutto il mondo, e
il pezzo forte di una mostra progettata dal regista teatrale e artista
figurativo statunitense Robert Wilson, ispirato dalla scoperta dei dipinti di
Kerouac.
Il progetto,
che include delle canzoni originali composte da Tom WaitsLink esterno
(un altro estimatore di lunga data di Kerouac), fatica a trovare luoghi
appropriati. "Serve una stanza lunga almeno 40 metri", conferma Paolo
Sciolli. "Neppure i grandi musei possono offrire
così tanto spazio".
I dipinti di
Kerouac hanno ispirato anche un altro famoso artista rappresentato da Il
Rivellino, la galleria d'arte e centro culturale dei fratelli Sciolli a Locarno. Il regista e artista multimediale Peter
Greenaway ha disegnato opere d'arte basate sulla vita di Kerouac. Disegni e
scritti appesi ai muri della villa di Arminio Sciolli
in un piccolo villaggio della Svizzera italiana.
I suggestivi e
tranquilli dintorni dell'abitazione ricordano poco i tempi e i luoghi vivaci
amati da Kerouac. Ma i fratelli Sciolli confidano che
l'interesse planetario per lo scrittore, mai cessato dopo la sua morte a 47
anni nel 1969, neppure si affievolisca.
Un ulteriore
impulso lo hanno dato di recente due lavori giovanili inediti datati
1951-52 e scritti in francese (La nuit est ma
femme e Sur le chemin), pubblicati
nel 2016 in lingua originale e tradotti in inglese.
I fratelli
vorrebbero vedere la loro collezione viaggiare per il mondo e far conoscere
questo lato artistico di Kerouac pressoché ignoto.
Mentre attende
proposte concrete per realizzare un'esposizione, Paolo Sciolli
vaglia le offerte che continua a ricevere. "Spesso mi chiedono di vendere
questo o quest'altro dipinto, separatamente, ma ho paura di disperdere la
collezione", spiega.
È difficile,
peraltro, quotare i quadri di Kerouac. Sciolli
svela che l'intero lotto è assicurato per qualche milione di dollari, ma sa
anche che rischia di perdere valore qualora le opere fossero vendute
singolarmente. Nelle sue mani, la collezione rimane integra.
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(Eduardo Simantob
SWI Swissinfo.ch - A cura di Mark Livingston e Geraldine Wong Sak Hoi)
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