L'ARTE
MODERNA A LONDRA
Dal fuoco
all'acqua. Un emozionante percorso nelle collezioni della prestigiosa Tate
Gallery Britain
LONDRA - La
scalinata nord della Tate Gallery Britain di Londra come un memoriale per la
tragedia della Grenfell Tower, il grattacielo andato
in fiamme nella capitale britannica nel giugno del 2017. Chris Ofili ha realizzato sulle pareti un dipinto murale dedicato
all'artista e attivista Khadija Saye, morta con la
madre nell'incendio. Un'opera drammatica, carica di colore, articolata su tre
momenti, che dal dolore e l'orrore si muovono poi verso la redenzione e la
speranza.
Dal fuoco
all'acqua, in qualche modo il dualismo tra questi elementi può essere il filo
conduttore di un percorso nella collezione del museo.Se le due dimensioni di inferno e paradiso,
innocenza ed esperienza, si trovano con naturalezza nella pittura visionaria di
William Blake, così come nella sua poesia, il fuoco sembra ardere anche sullo
sfondo di una delle opere più celebri della Tate, il trittico di Francis Bacon
con i "Tre studi per figure alla base della Croce".
Per molti
versi un lavoro che ha incarnato tutto l'orrore delle guerre novecentesche,
tutta la disumanizzazione a cui si sono spinti gli umani, e anche tutto il
potere incendiario della pittura di Bacon, che, pur in contesti mutati,
continuiamo a percepire.
Dopo le guerre
la società del benessere, il Pop, e allora ecco "A Bigger
Splash", forse il più celebre dei dipinti di David Hockney, con la sua
piscina e quell'ambientazione californiana che fa pensare alla ricchezza,
certo, ma anche al vuoto e alla solitudine. Qualcuno si è appena tuffato dal
trampolino, ma nello spazio del dipinto non c'è nessuno, solo il silenzio e
l'acqua increspata sotto le palme indifferenti.
Tutto sta
diventando fluido, e nel fluido galleggiano i celebri animali di Damien Hirst,
sospesi in una pretesa di eterno presente dalla formaldeide. In questo caso è
un agnello, vittima di un tempo esibizionista, ma anche ossessionato
dall'inevitabilità della morte, come scandalo filosofico, se volete.
Qui il liquido
non salva, solo sembra allungare l'agonia.E
poi, alla fine del percorso espositivo organizzato per decenni, si arriva
davanti a una delle opere più belle conservate alla Tate Britain: una enorme
fotografia di Wolfgang Tillmans sul mare, "The
State We're in" del 2015. Si vedono quasi solo
increspature delle onde, e una striscia di orizzonte. Qui le acque hanno preso
il controllo, non c'è spazio per niente altro, l'oceano è diventato tutto.
Possiamo pensare alle forze indomabili della natura, alla scomparsa degli
esseri umani, alla crisi climatica che abbiamo generato. Non ci sono risposte
giuste o sbagliate. Tutto è compreso nella fotografia, tutto sembra essere in
qualche modo deciso. E l'acqua diventa un nuovo tipo di fuoco, più adatto ai tempi
opachi e iper digitali che viviamo
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(Credits: Askanews)