ALEXANDRE ARNAULT SCENDE IN CAMPO
Lvmh: è scoppiata la bolla della
divisione Wine & Spirits. Moët Hennessy perde 1,5
miliardi di euro
di Paola Jadeluca - Financialounge
Lvmh, è scoppiata la bolla dei Wine
& Spirits. Moët Hennessy, la divisione del
colosso francese del lusso cui fanno capo vino e alcolici, ha fatto registrare
perdite per un miliardo e mezzo lo scorso anno. Il momento è difficile per
tutto il settore che, secondo il Liv-Ex, la Borsa
mondiale dei Fine Wine, ha fatto registrare il crollo peggiore dal 2023. Ma il
peso si fa sentire in modo particolare per Lvmh. Ad aprile, Lvmh ha riferito
che le vendite di vini e liquori sono diminuite del 9% su base organica nel
primo trimestre. Questo rispetto a un calo del 3% dell'intero lusso, dai
profumi al fashion, che pure stanno vivendo un momento
difficile. Si parla di tagli cospicui al personale. Ma intanto saltano le teste. A gennaio si è dimesso l’ex
amministratore delegato Philippe Schaus, al quale
vengono attribuite molte responsabilità in merito all’andamento negativo.
ALEXANDRE ARNAULT HA PRESO IN MANO
LA SITUAZIONE
A sostituire Philippe Schaus è arrivato Jean-Jacques Guiony,
ex direttore finanziario di Lvmh. Guiony è affiancato
in qualità di vice da Alexandre Arnault, 33 anni, uno dei figli dell'azionista
di controllo Bernard Arnault, già a capo dei marchi Rinowa
e Tiffany. Moët Hennessy, che compare nel nome Lvmh, è una delle
divisioni storicamente più redditizie dell’azienda e nel 2019 fatturava 1
miliardo di euro. Oggi ne perde 1,5. L’arrivo di Alexandre Arnault, da inizio
d’anno entrato anche nel Cda di Lvmh, è il segnale di come il gruppo sia deciso
a prendere in mano la situazione e Alexandre Arnault terrà sotto il suo
controllo diretto le attività più in affanno. “Non vogliamo discutere
delle decisioni prese, ora guardiamo a quello che dobbiamo fare in futuro”, ha
dichiarato Alexandre Arnault nel corso di una presentazione allo staff questo
mese, secondo quanto riportato dal Financial Times. Il quotidiano britannico
sostiene di aver avuto accesso ad alcuni documenti riservati e di aver parlato
con persone informate e riporta tra le cause della debacle
aggressivi aumenti di prezzi e una serie di acquisizioni sfortunate che
hanno colpito il settore bevande. L'azienda ha annunciato il taglio di circa 1.200
posti di lavoro.
UN IMPERO DA DOM PERIGNON AL COGNAC
HENNESSY
Un vero e proprio impero alcolico
quello di Lvmh, che annovera nel portafoglio i brand
più prestigiosi di champagne, come Krug, Dom
Perignon, Ruinart, châteaux
illustri, come Cheval Blanc, Château d’Yquem, nel cuore del Bordeaux, superalcolici come il cognac
Hennessy, il lo scotch whisky Glenmorangie,
solo per citarne alcuni. Moët Hennessy ha speso circa 2 miliardi di euro in
acquisizioni, per esempio nel 2021 ha comprato il 50% di Armand de Brignac, brand di champagne creato da Jay-z, il rapper,
paradossalmente molto vicino ad Alexandre Arnault. C’è stata poi l’acquisizione
di un nuovo brand di rosè in
Provenza, Minuty, nel 2022 e nel 2023 il produttore
della Napa Valley Joseph Phelps. Schaus ha anche
creato nuovi brand, la tequila Vulcan, il rum cubano
Eminente.
UTILI IN DISCESA, PREZZI ALLE STELLE
Gli utili di Moët Hennessy sono
diminuiti del 36% lo scorso anno, attestandosi a 1,35 miliardi di euro.
Tuttavia, il settore degli alcolici era già da due anni la divisione con le
peggiori performance di Lvmh in termini di crescita delle vendite. La determinazione
a mantenere la redditività aumentando i prezzi e una
serie di accordi azzardati avrebbero affossato il settore.
CINA E USA PIÙ ATTENTI
Sotto la guida di Schaus, Moët Hennessy ha anche accelerato la sua
espansione nel settore della vendita diretta al consumatore, aprendo per
esempio negozi Hennessy in Cina. “Il mercato del cognac é molto concentrato in
due aree geografiche: Usa, per i VS, e Cina, soprattutto
XO e VSOP. Il consumatore americano è sensibile al prezzo e li Hennessy
aveva esagerato a suo danno con gli incrementi di prezzo e oggi continua a
pagare pegno. Anche dopo il taglio effettuato. Il consumatore cinese spende di
meno, visto il calo del mercato immobiliare e la fiducia che resta bassa.
Conclusione: tagliare i costi sembra la cosa più sensata da fare”, spiega a
Financialounge.com Luca Solca, Managing Director Luxury Goods di Bernstein.
UN OUTLET PER VEUVE CLICQUOT E CASSE
DI DOM PERIGNON ONLINE
Sempre nell’ambito dell’espansione
retail è stato aperto un outlet Veuve Clicquot nel grande magazzino parigino
Printemps. Inoltre sono state vendute online casse di Dom Pérignon e Veuve Clicquot. Un paradosso per brand che mirano alla esclusività con prezzi non certo a
portata di tutti. In un segmento,quello
retail, dove pù forte è la concorrenza. “Lvmh ha spostato nello champagne l'enfasi e gli
investimenti sui marchi con i prezzi più elevati – spiega a Financialounge.com
Luca Solca - Il mercato nel boom post Covid ha sopportato una inflazione
più elevata. Ma oggi il consumatore è senz'altro meno brillante. La crescita
del Prosecco è un segnale che la crescita dei prezzi non può continuare
all'infinito, e che con prezzi elevati si apre un ombrello sotto il quale nuovi
entranti possono svilupparsi”.
AUMENTI DEI PREZZI DI OLTRE UN
TERZO
Lo stesso Guiony ha riconosciuto
che i prezzi erano stati spinti "piuttosto in alto" e che per alcuni
erano "difficile da digerire". Fonti hanno riferito al Financial
Times che i rivenditori hanno iniziato a opporsi agli aumenti imposti da Moet
Hennessy, dopo aumenti percentuali a doppia cifra sia nel 2021 che nel 2022.
Secondo le fonti, dal 2019 i prezzi dell'intero portafoglio sono aumentati in
media di oltre un terzo, aggiungendo che il mantenimento dei margini di
profitto era diventato un mantra all'interno dell'azienda, anche se alcuni
manager avevano espresso preoccupazioni sulla sua sostenibilità. Nonostante i
prezzi molto più elevati, le vendite sono scese quasi ai livelli del 2019, il
che implica un calo sostanziale dei volumi.
IL FLOP DELLA JOINT VENTURE TANNICO
CON CAMPARI
Lvmh gestisce la maggior parte
delle sue operazioni attraverso un team centrale che
riferisce al direttore finanziario. Ma Schaus avrebbe
avuto ampia discrezionalità nel prendere decisioni sulle operazioni, in
particolare quelle di minore entità. Tali iniziative hanno solo reso più
complicato bilanciare la riduzione dei margini. E per questo Guiony ha riferito di star rivedendo il portafoglio di Moet
Hennessy. In particolare i marchi "aggiunti negli
ultimi anni", spiegando che anche se saranno
mantenuti, i piani di crescita saranno ridimensionati e i costi tagliati in
modo sostanziale. Secondo quanto riportato dal Financial Times, anche la
joint-venture con Campari nel 2021 per il controllo di Tannico, la piattaforma
di e-commerce di vini e alcolici, s’è rivelata un flop,sempre secondo FT.
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(Paola Jadeluca
giornalista di Repubblica per oltre 30 anni, curatrice del settimanale Affari
& Finanza, esperta tra l'altro di vini e cucina www.financialounge.it)