La partita sull'impero di Agnelli (38
miliardi) ora si gioca in Svizzera
TORINO -
Estratto dell’articolo di Andrea Monticone per Torinocronaca.it
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Madre e figlio
faccia a faccia in tribunale. La scena che non si è vista nei tribunali
italiani si consuma in Svizzera, a Thun nel cantone di Berna, per un nuovo
processo legato all’Eredità Agnelli. In ballo, la vera residenza di Marella
Agnelli e la validità del suo testamento. Ma anche quel miliardo e trecento
milioni avuto da Margherita Agnelli firmando il patto successorio «pour la paix» nel 2004.
[…] questa
causa è stata intentata proprio degli Elkann, per far riconoscere a un giudice
che effettivamente, al di là dei giorni realmente trascorsi (dal punto di vista
fiscale italiano, devono essere almeno sei mesi e un giorno ogni anno), il
«centro di interesse» di Marella Agnelli era in Svizzera. Dunque, anche il
testamento redatto secondo le leggi elvetiche è perfettamente valido.
Così come le
donazioni e gli altri atti compiuti dalla vedova di Gianni Agnelli nei
confronti dei nipoti John, Lapo e Ginevra Elkann. Perché, alla fine, è di
questo che parliamo: la successione nella società Dicembre,
quella che consente il controllo dell’impero di Exor, Stellantis,
Ferrari e Juventus.
Margherita,
invece, sostiene che sua madre non abitasse realmente in Svizzera, tesi anche
della Procura di Torino che vede indagati gli Elkann. Nello studio del
commercialista Gianluca Ferrero, la Guardia di Finanza ha trovato anche un
memorandum per far risultare Marella effettivamente dimorante nello chalet di Lauenen, nel Canton Berna.
[…] John
Elkann, piumino scuro e completo blu, è arrivato al tribunale di Thun a piedi -
dopo essere sceso da una BMW scura -, assieme ai suoi avvocati, per la sua
deposizione davanti alla giudice Antonie Meyes Schürch. Mentre Margherita era arrivata già alle otto del
mattino. I due, almeno all’esterno del tribunale, non si sono né sfiorati né
parlati.
«È una storia
triste e penosa» ha detto Margherita, prima di entrare in tribunale, da cui si
è allontanata nel pomeriggio. John Elkann ha deposto in aula a porte chiuse. Al
centro della sua deposizione la validità della residenza e degli atti
testamentari redatti l’11 agosto 2011 davanti al notaio elvetico Urs von Grünigen, con aggiunte poi nel 2012 e nel 2014.
Quel
testamento esclude Margherita, dice la secondogenita di Gianni Agnelli, e i
suoi cinque figli avuti dal conte De Pahlen, dalla successione. Per gli Elkann,
invece, al di là della reale residenza di Marella, della legittimità degli
atti, il punto cruciale è quel patto successorio firmato nel 2003 da
Margherita: un miliardo e 300 milioni euro, oltre alle case e alle opere d’arte
lasciate in usufrutto a Marella, per rinunciare al totale dell’eredità.
Dunque, il
messaggio potrebbe essere questo: mia madre ha firmato di sua volontà, non può
tornare sulle sue decisioni. Ma Margherita sostiene di essere stata tenuta
all’oscuro della reale entità del patrimonio paterno.
E inoltre
l’inchiesta torinese (per la quale Elkann aspetta la decisione del giudice
sulla sua messa alla prova con servizi di tutoraggio e didattica presso un
istituto salesiano) ha portato alla luce fatti anche sconvolgenti: al di là di
fondi esteri per un miliardo, documenti che “preparavano” in ogni dettaglio la
presenza svizzera di Marella, sono spuntati un testamento segreto di Gianni
Agnelli che donava le quote della Dicembre a Edoardo e una bozza di accordo con
la data del 14 novembre 2000, ossia il giorno prima della morte del figlio
dell’Avvocato.
Proprio la
causa civile torinese, ancora in atto, può influenzare la decisione della
giudice, trattandosi di un procedimento analogo. Tutti temi al centro del
processo chiamato “Thun 1” al momento sospeso in attesa della conclusione di
questo, con cinque udienze programmate (Ginevra Elkann è già stata sentita,
mentre Lapo non sarebbe in calendario).
Il “Thun 2”
che diventa decisivo per il destino dell’Impero ex Fiat e che ruota su una
questione di giurisdizione: se per questioni fiscali c’è il minimo di quei sei
mesi e un giorno, per la legge svizzera serve dimostrare il “centro di
interessi” della via di una persona. Per questo, nel libro autobiografico “Ho
coltivato il mio giardino”, Marella parlava della nuova casa. Dove però,
secondo i magistrati torinesi non ha mai abitato davvero e quell’aggiunta
sarebbe stata una idea dello stesso Elkann.
In punta di
diritto per un impero economico che, considerando la sola Exor, vale oltre 38
miliardi di euro. Abbastanza perché madre e figlio si facciano la guerra,
vedendosi una volta l’anno, in tribunale, senza parlarsi. L’Eredità Agnelli
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(Andrea
Monticone www.torinocronaca.it)