Così Kiev ha distrutto gli aerei della Russia 

di Sasha Vakulina - Euronews

 

Il Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) ha riferito domenica che più di un terzo di tutti i vettori missilistici russi è stato colpito nel corso di un attacco effettuato per mezzo di droni su diversi campi d'aviazione in Russia, situati a migliaia di chilometri di distanza. Secondo quando indicato dalle fonti ucraine, ad essere stati distrutti sarebbero oltre 40 velivoli, compresi gli A-50, i Tu-95 e i Tu-22 M3. Il danno complessivo causato all'aeronautica di Mosca sarebbe dell'equivalente di oltre 6 miliardi di euro.

 

Impiegati 117 droni per l'operazione "Tela di ragno"

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che l'operazione, battezzata "Tela di ragno" ha ottenuto "un risultato assolutamente brillante", che è stato "raggiunto esclusivamente dall'Ucraina". Il capo di Stato ha precisato che sarebbero stati utilizzati 117 droni, ciascuno pilotato a distanza da una persona. "La cosa più interessante, e possiamo già dirlo pubblicamente, è che la base della nostra operazione in territorio russo si trovava proprio accanto all'Fsb (i servizi segreti russi, ndr), in una delle loro regioni", ha affermato lo stesso Zelensky in un post su Telegram.

 

Si tratterebbe dunque di un duro colpo per i servizi di sicurezza russi: il presidente ucraino ha spiegato che Kiev non solo è riuscita a eseguire l'operazione, ma anche a evacuare in sicurezza le persone coinvolte. Queste ultime stavano operando "in diverse regioni russe, con tre fusi orari. È la nostra operazione più a lungo raggio", ha spiegato.

 

Un anno e mezzo per pianificare ed effettuare l'operazione

Zelensky ha aggiunto che per organizzare il tutto sono stati necessari "un anno, sei mesi e nove giorni dall'inizio della pianificazione all'effettiva esecuzione". Quindi ha ringraziato il capo del Servizio di sicurezza ucraino, il generale Vasyl Malyuk, e gli ha chiesto di rivelare al pubblico parte dei dettagli e i risultati dell'operazione: "Naturalmente, non tutto può essere detto in questo momento, ma queste sono azioni senza dubbio entreranno nei libri di storia".  

 

 

"L'Ucraina si sta difendendo e sta facendo di tutto per far sentire alla Russia la necessità di porre fine a questa guerra. La Russia ha iniziato questa guerra, la Russia deve finirla", ha scritto ancora il capo di Stato.

 

Cosa sappiamo finora

Sebbene i servizi di sicurezza ucraini non abbiano rivelato ulteriori dettagli, gli organi di informazione ucraini stanno riportando già le modalità di esecuzione dell'operazione, facendo riferimento a fonti dell'Sbu. I droni sarebbero stati contrabbandati in Russia e nascosti all'interno di camion. I velivoli sarebbero poi stati aperti a distanza e avrebbero quindi attaccato i bombardieri.

 

Il governatore russo di Irkutsk Igor Kobzev ha confermato che i droni che hanno attaccato una base militare a Sredniy, in Siberia, sono stati lanciati dall'interno di un camion. In un post su Telegram, ha dichiarato che il sito è stato messo in sicurezza e che non c'è più alcuna minaccia per la vita delle persone. I media russi hanno anche riferito che altri attacchi sono stati lanciati in modo simile, con droni che uscivano dal retro di cami

 

I filmati, ampiamente condivisi dai media russi, sembrano mostrare droni che emergono dall'interno di container. Un video sembra mostrare uomini che salgono su un camion nel tentativo di intercettare i droni.

 

Le altre operazioni dell'Sbu

L'operazione "Tela di ragno" non è la prima non convenzionale condotta dal Servizio di sicurezza ucraino. Nell'ottobre 2022 era stato colpito il ponte di Kerch - costruito, illegalmente secondo Kiev - dopo l'annessione della Crimea nel 2014. L'esplosione, che secondo le autorità russe è stata causata da un camion bomba, ha danneggiato gravemente l'infrastruttura, che collega la Crimea occupata alla Russia.

 

L'obiettivo dei bombardieri russi, che hanno effettuato massicci attacchi missilistici sulle città ucraine, era in precedenza considerato quasi impensabile. Mosca li ha infatti sempre custoditi a grande distanza dal raggio d'azione delle armi di Kiev, sia quelle prodotte in Ucraina che quelle fornite dagli alleati. La base aerea di Olenya si trova nella regione russa di Murmansk, a circa duemila chilometri dal confine con l'Ucraina. La base aerea di Belaya si trova nella regione russa di Irkutsk, nella Siberia sudorientale e a oltre quattromila a est della linea del fronte. Questi due campi d'aviazione sono stati tra i più colpiti durante l'operazione di domenica.

 

Utilizzati droni da poche centinaia di euro

Un altro aspetto degno di nota è stata la scelta delle armi. Kiev ha utilizzato droni Fpv, prodotti in massa in Ucraina e ampiamente utilizzati e apprezzati dai militari per la loro economicità: costano in genere poche centinaia di euro, mentre un velivolo russo di rilevamento radar A50, che sarebbe stato colpito oggi insieme ad altri aerei, costa oltre 300 milioni di euro.

 

Il consigliere presidenziale ucraino ed ex ministro delle industrie strategiche Oleksandr Kamyshin ha dichiarato che le fabbriche ucraine sono in grado di produrre oltre 5 milioni di droni Fpv all'anno.

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(Sasha Vakulina - Euronews)