Il fantasma
svizzero che aleggia sulla faida tra gli eredi di Agnelli
TORINO - C’era
anche un fantasma, giovedì 20 novembre, nel Tribunale svizzero di Thun: per
l’udienza che ha visto fronteggiarsi in aula Margherita Agnelli e i figli John
e Ginevra Elkann. Il suo nome - scrive Ettore Boffano
sul Fatto Quotidiano - era Peter Hafter, uno degli “gnomi” dei Panama Papers, mago dei
paradisi fiscali, uomo di fiducia delle famiglie Rothschild e Thyssen e
avvocato d’affari con 28 cariche da “direttore” in altrettanti offshore delle
Isole Cook.
Ha lasciato
questa terra il 21 giugno scorso, a 94 anni: unica traccia il necrologio su un
periodico locale. Nella sua villa di Küsnacht, sul
lago di Zurigo: dove si era ritirato dopo essere stato un big di Lenz & Staehelin, il più importante studio di avvocati d’affari
svizzero. Hafter - si dice sempre così in questi casi
- si è portato nella tomba molti segreti [...]
Come, per
esempio, la gestione dei 100 milioni di dollari scomparsi dal Banco Ambrosiano
prima della morte di Roberto Calvi: il faccendiere Francesco Pazienza, nel suo
libro Il disubbidiente, li collega alla Banca Rothschild, a Licio Gelli e alla
P2 e, in qualche modo, all'avvocato d’affari. Affermazioni, riguardo a Hafter, mai provate.
Undici giorni
fa però, se fosse stato ancora vivo, lo “gnomo” dei Panama Papers sarebbe
apparso anche lui quel tribunale svizzero, in una sfilata di testimoni, ma
soprattutto degli eredi della famiglia Agnelli.
Per uno dei
quattro processi sull’eredità di Marella Caracciolo, la vedova del “signor
Fiat”, in corso in Svizzera e paralleli a quello di Torino avviato da
Margherita contro i figli e dal quale è nata l'inchiesta della procura
subalpina nella quale John, Lapo e Ginevra Elkann sono indagati per truffa ai
danni dello Stato.
In quel
dibattimento in corso adesso a Thun, nel cantone di Berna, i fratelli Elkann
chiedono che sia dichiarata valida la residenza elvetica della nonna, decisiva
per la legittimità del suo testamento che li indica come unici eredi.
Margherita Agnelli replica sostenendo che la madre non aveva mai trascorso in
Svizzera quei “sei mesi più un giorno l’anno” necessari per radicare una
residenza estera di un cittadino italiano.
A loro volta,
gli Elkann affermano che il criterio decisivo per il diritto elvetico è quello
del paese dove la nonna aveva fissato il proprio “centro d'interessi”.
Ed è
proprio su questo che l'ultranovantenne avvocato d'affari avrebbe potuto essere
un teste chiave e, forse, non certo a favore degli Elkann.
I pm di Torino, infatti, nella marea di documenti cartacei e
digitali sequestrati a John Elkann e ai suoi collaboratori, ritengono di aver
rintracciato le prove dei “raggiri e artifizi” messi in atto per costruire una
residenza fittizia di Marella Caracciolo in Svizzera: tanto riguardo alla
permanenza annuale in terra elvetica, quanto al suo reale centro d’interessi.
Ricostruzioni che i legali degli Elkann, peraltro, negano.
Dalle carte
del fascicolo penale ora depositate anche a Thun, però, sarebbe emerso che Hafter era stato a lungo il vero “cervello” per
l’allestimento di quella discussa e presunta residenza.
L’8 luglio
2011, in seguito all’impossibilità per Marella Caracciolo di continuare a
frequentare la villa di Sankt Moritz situata a
un'altitudine non più adatta per la sua salute, Hafter
inviò una mail a John Elkann suggerendo che la vedova dell'Avvocato dovesse
“registrarsi al Cantone di Berna il prima possibile” e, addirittura, di non
dare l’impressione “di un possibile piano nascosto”.
Il 27 maggio
2012, quando Marella è già domiciliata nel villino da Lauenen
(Berna), il solerte avvocato si rifà vivo, temendo che la sua strategia possa
fallire. Consiglia di assumere una persona che segua lo chalet “in modo
che non solo sua nonna, ma anche lei, ingegnere, e i suoi fratelli possiate
stare volentieri lì. Questo è importante per superare l’impressione che la casa
sia sempre vuota (in Svizzera chiamiamo queste case ‘letti freddi’)”.
Il capolavoro
dello “gnomo”, però, era già cominciato 12 agosto 2011, quando fu addirittura
uno dei testimoni per il testamento svizzero di Marella davanti al notaio e a
favore dei nipoti. Per nulla imbarazzato dal suo ruolo, Hafter
invia una bozza – il 18 luglio 2012 - a Paola Montaldo, segretaria di Marella,
per un'aggiunta testamentaria poi redatta il 14 agosto, in modo che risulti ben
chiaro che la signora ha “stabilito il proprio domicilio a Lauenen”.
Una procedura
analoga sarà seguita anche nel 2014 quando, il 22 agosto, Marella firmerà una
seconda aggiunta: di nuovo con Hafter testimone.
L’avvocato d’affari, però, ha già predisposto un testo, nel quale Marella
dovrebbe dire che “da oltre 40 anni la Svizzera è al centro delle
mia attività... Di recente passo del tempo in Marocco a causa del clima;
questo paese ha un sistema legale influenzato dall’Islam... Perciò confermo che
la mia successione sia sottoposta al diritto
svizzero”.
Elkann,
invece, non approva: la parola Islam potrebbe creare problemi “diplomatici”.
Così ordina di cambiare. Hafter esegue e tutto si
addolcisce: “Questo paese non ha un sistema legale conforme alle mie
tradizioni...
”Ma l’instancabile cavalcata dell’ingegner
Elkann (e di Hafter) nella vita di Marella (e nella
sua eredità) raggiungerà l’apoteosi con l’idea di stamparne l’autobiografia.
Nell’ottobre 2014, Adelphi pubblicherà così Ho
coltivato il mio giardino: dedicato alle dimore dei coniugi Agnelli e ai parchi
che la vedova dell’Avvocato realizzava.
[...] Negli
atti della magistratura torinese si legge altro: “Elkann aveva supervisionato e
controllato il progetto... arrivando addirittura a modificare l’originale e
introducendo affermazioni false sugli spostamenti della de cuius”.
Avvenne tutto
tra il 5 maggio 2011 e il 3 aprile 2014, dopo un interminabile scambio di mail,
messaggi e proposte. Il verdetto finale, però, spettò ancora all’ineffabile Hafter che, il 3 marzo 2014, avvertiva: “Credo si debbano
spendere alcune parole sulla casa a Lauenen”. Dopo
l’ok definitivo “dell’ingegnere”, la vincerà lui: il fantasma del “centro
d’interessi”.
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(Credits:Ettore Boffano www.ilfattoquotidiano.it)