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poltrone per molti e la paga l’assicura "Sogesid"
di
Sergio Rizzo - L'Espresso
ROMA -
Campeggia sul sito ufficiale della Sogesid la
foto della sorridente stretta di mano fra il commissario della A24-A25 Marco
Corsini e l’amministratore delegato della Sogesid,
Errico Stravato. Occasione, la firma un mese
fa dell’accordo con cui Corsini ha affidato alla Sogesid
le «attività di supporto per gli interventi di adeguamento e la messa in
sicurezza» dell’autostrada.
Nella foto lui
e Corsini sembrano due vecchi amici, e in fondo lo sono. L’avvocato dello Stato
Corsini era assessore all’Urbanistica di Roma Capitale all’epoca del sindaco
Gianni Alemanno. Proprio mentre l’ingegnere Errico Stravato
era direttore del dipartimento comunale Programmazione e attuazione
urbanistica. E Massimo Cherubini, cui Sogesid
ha affidato a gennaio 2024 una consulenza di 130 mila euro per «attività di
informazione e divulgazione istituzionale», era il capo dello staff del summenzionato assessore Corsini. Benvenuti in questo curioso
club pagato dai contribuenti.
Sogesid è un acronimo. Sta per «Società per
la gestione degli impianti idrici», e già basta per chiedersi che cosa
c’entra con la messa in sicurezza delle autostrade. L’idea di creare una spa
per gestire la nuova legge Galli sulle acque e i lavori idrici della ex Cassa
del Mezzogiorno spunta nell’aprile 1993. La società nasce però materialmente
nel 1994 sul finire del governo di Carlo Azeglio Ciampi.
Per 18 anni la
Sogesid vivacchia senza infamia né gloria. Finché nel
2012 il governo di Mario Monti decide che è inutile e va chiusa. Ma i governi
tecnici non durano in eterno. E passata la bufera, Sogesid sopravvive assieme al suo cospicuo parco
consulenze. Nel 2013 se ne contano 380. I dipendenti sono appena (si fa per
dire) 73. Nel 2015, però, balzano a 443. Oggi sono 465, più gli oltre 200
consulenti.
Per trent’anni
la Sogesid ha garantito soprattutto poltrone, posti
di lavoro e lauti incarichi al mondo che ruota intorno ai partiti. Al riparo
dai riflettori e con qualche eccezione. Ieri come oggi. Ma oggi, ed è il motivo
di questo articolo, come non mai. Appena arrivato, il governo di Giorgia
Meloni aumenta subito da tre a cinque il numero dei consiglieri di
amministrazione. Spunta perciò uno strapuntino per Ernestina Sicilia
di Forza Italia, brindisina, che ha la fiducia dell’onorevole forzista
salentino Mauro D’Attis. Per il presidente Roberto Mantovanelli,
leghista, candidato nel 2022 alle comunali di Verona in ticket con Federico
Sboarina di Fratelli d’Italia, che sconfitto da Damiano Tommasi ora si consola
politicamente consigliando il ministro dello Sport Andrea Abodi. E per il
vicepresidente Massimiliano Panero, maturità scientifica, candidato in una
lista con CasaPound alle Europee del 2019. Perché va bene accontentare azzurri
e leghisti, ma il predominio deve andare a chi nella coalizione impugna il
bastone del comando. Cioè la Fiamma, che deve senza dubbio
ardere nel cuore di Stravato. E non solo.
Ecco allora
nel cda un posto per la commercialista Paola Scialanga, presidente del collegio
sindacale dell’Asi, l’associazione che ha raccolto
l’eredità del Centro sportivo Fiamma di Pino Romualdi, repubblichino ex
vicesegretario del partito fascista di Salò poi deputato e presidente del
Movimento sociale. Ma l’Asi non è affatto un residuo
del passato. Negli organi sociali riunisce esponenti, militanti e figure
istituzionali della destra, fra governo e nostalgia. Presidente è nientemeno
che Claudio Barbaro, il sottosegretario all’Ambiente, ministero al quale
fa capo appunto la Sogesid. Il suo vice, Bruno
Campanile, era responsabile del dipartimento Sport di Roma Capitale
all’epoca di Alemanno. Uno dei ruoli più importanti, la presidenza della
commissione disciplinare dell’Asi, è affidato a un
dipendente della Sogesid. Si chiama Fabrizio Penna,
in passato è stato anche capo della segreteria del ministro delle Comunicazioni
di An, Mario Landolfi, e ora è distaccato al ministero dell’Ambiente dove ha la
responsabilità del Pnrr.
In passato
Barbaro partecipava a una società insieme ad Amedeo De Francisci.
Incidentalmente fratello di Gabriele De Francisci, già militante (non
pentito né dissociato) dei Nar, ora titolare di una
consulenza con la Sogesid di 105 mila euro per
supportare l’accordo quadro firmato da Stravato con
il commissario governativo alla depurazione Fabio Fatuzzo.
Ex missino, ex
deputato di An, poi in Fratelli d’Italia, Fatuzzo ha condiviso con l’attuale
ministro del made in Italy Adolfo Urso il progetto del movimento
politico Fare Italia, poi confluito nel partito di Giorgia Meloni. Fatuzzo ora
è anche consigliere di Urso. Il quale, prima di tornare al governo (dov’era già
stato con Silvio Berlusconi), animava l’associazione «Èuropa»
cui aderiva pure l’attuale consulente Sogesid ex Nar Gabriele De Francisci. Fra i consiglieri di Urso
al ministero, a titolo gratuito, c’è Domenico Sacco, di professione
farmacista. Che ha una consulenza da 100 mila euro con
la Sogesid, per assistere il commissario alla
depurazione delle acque Fatuzzo.
Come pure Antonio
Pogliese, che a 81 anni suonati si merita una
consulenza Sogesid da 51.700 euro. Ma è il padre
dell’ex sindaco di Catania Salvo Pogliese, che
aveva già messo Fatuzzo a capo della società comunale Sidra. Consulente Sogesid è poi Valentina Augello, figlia del
compianto senatore di Fratelli d’Italia Andrea Augello, marito della
vicepresidente della Regione Roberta Angelilli. La quale, per vent’anni, ha
avuto un seggio all’Europarlamento, dove si avvaleva della collaborazione
dell’avvocato Fabio Magrone: assunto per chiamata diretta all’Ama
all’epoca di Alemanno sindaco e poi licenziato in ordine alla vicenda nota come
«parentopoli». Attualmente Magrone è in carico alla Sogesid, dipendente a tempo indeterminato. Al pari di Rocco
Maio, già funzionario del dipartimento urbanistica di Roma Capitale ai
tempi di Stravato e Corsini. E al pari di Francesco Montiroli, il responsabile dell’informatica aziendale,
esponente di spicco di Fratelli d’Italia a Fiano Romano, dov’è candidato alle
prossime amministrative.
Consulente Sogesid è anche Laura Bastianetto,
già portavoce alla Croce rossa di Francesco Rocca,
attuale governatore FdI del Lazio. Quindi Marcello
Vernola, ex europarlamentare di Forza Italia, ex presidente della Provincia
di Bari, stimatissimo da D’Attis. E per il momento ci fermiamo qui. La faccenda
non è passata inosservata al collegio sindacale, che nella relazione al
bilancio 2023, (l’ultimo disponibile) non manca di sottolineare «l’impatto
negativo che l’aumento delle consulenze esterne registrato nel secondo semestre
(il nuovo cda è stato nominato il 21 luglio 2023) può avere sulla situazione
economica della società». Tanto più che la Sogesid ha
già accumulato perdite per 12,1 milioni. I sindaci rimarcano che «tale
incremento dovrebbe essere oggetto di opportune riflessioni sia sul capitale
umano su cui si sta investendo, sia sui costi sostenuti». E ricordano che in
una società pubblica sarebbe doveroso «garantire il rispetto dei principi di
pubblicità, trasparenza e imparzialità nella scelta dei fornitori di beni e
servizi» anche se non c’è una legge a stabilirlo. Una settimana dopo la tirata
d’orecchie i sindaci in carica, scaduti, non sono stati rinnovati. Ma la nuova
presidente del collegio, Stefania Viscomi, si è dimessa dopo tre mesi. E
Giuseppe Farese, che l’aveva sostituita, a sua volta ha fatto le valigie
dopo un mese e mezzo.
L’ecatombe dei
revisori non ha ovviamente arrestato la poderosa macchina delle consulenze, che
gira sempre a mille. E nel suo vorticoso girare incrocia anche soggetti di
imprese che hanno avuto rapporti economici con la Gesvim
srl, cioè la società di ingegneria appartenente a Stravato
(45 per cento) e consorte (55 per cento).
Per
esempio Daniele
Lucci e Roberto De Angelis, funzionari della Astral,
azienda della Regione Lazio che nell’ottobre 2023 ha assegnato un incarico da
119 mila euro alla Gesvim. Per
esempio la società Pras tecnica edilizia di
Massimo Calda, alleata della Gesvim in un consorzio,
Pantheon consulting. Per esempio Pasquale Simonetti,
che figura nell’organigramma della Gesvim come
consulente tecnico. In passato Gesvim ha avuto un
incarico anche dalla presidenza di Enpaia, fondazione
di cui è direttore generale Roberto Diacetti, già manager di Roma
Capitale al tempo di Alemanno: sua moglie Manuela Palazzo è da gennaio 2025 in
forza alla Sogesid.
Fra il 2022 e
il 2023 il fatturato della Gesvim è raddoppiato, da 3
a 6 milioni. E gli utili sono quadruplicati, da 80 mila a 320 mila euro. Sarà
per i lavori del superbonus 110 per cento, in cui la ditta è specializzata?
Quello che secondo Giorgia Meloni ha sfasciato i conti pubblici, e che, parole sua,
«aiutava i ricchi».
***
(Sergio
Rizzo www.lespresso.it
- La sua carriera giornalistica è iniziata a Milano Finanza e il Mondo. Dopo
essere approdato al Corriere
della Sera, Rizzo si è dedicato ad inchieste sui malaffari italiani,
diventando una delle firme più autorevol del
quotidiano milanese. È coautore con Gian
Antonio Stella del libro-inchiesta sul mondo politico
italiano La
casta che, con oltre 1 200 000 copie e ben 22 edizioni, è
stato uno dei volumi di maggior successo del 2007 e ha aperto
un vasto dibattito sulla qualità della classe dirigente nazionale e sul suo
rapporto con i cittadini-elettori. Il 14 giugno 2017 è passato
dal Corriere della Sera a La
Repubblica, in qualità di vicedirettore. L'11 novembre 2021 lascia La
Repubblica, dichiarando di essere stato costretto ad andare in
pensione)