Chi è chi: guida al processo a Donald
Trump. Tutti i protagonisti dell'intricata vicenda
di Marco Giustiniani - La Voce di New York
NEW
YORK - Donald Trump siederà, primo ex presidente della storia americana, al
tavolo degli imputati del processo penale per la vicenda dei 130mila dollari
versati alla porno star Stormy Daniels e i 150mila
alla modella di Playboy Karen McDougal, per non
divulgare indiscrezioni sulle relazioni avute con loro, a poche settimane dalle
elezioni del 2016.
Soldi
pagati in nero dalla holding di Trump, la Trump Organization. Oltre ad aver
falsificato la contabilità aziendale sui soldi dati alle due donne,
giustificandoli come spese legali pagate al suo ex avvocato, Trump è incorso
anche nel reato di aver illegalmente beneficiato del loro silenzio e il
pagamento è stato considerato come un contributo non dichiarato alla sua
campagna elettorale. Un reato dopo l’altro per cercare di nascondere una
situazione imbarazzante che avrebbe potuto compromettere la sua carriera
politica. I capi di imputazione sono 34, i tentativi di rinviare le udienze
sono falliti e questo è l’unico procedimento che potrebbe chiudersi prima del
voto del 5 novembre.
DONALD
TRUMP
Il magnate e 45mo presidente è stato incriminato nell’aprile del 2023 dal
procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, con 34 capi di imputazione
relativi alla falsificazione di documenti finanziari della Trump Organization
per coprire uno scandalo sessuale che avrebbe potuto compromettere l’esito
delle elezioni del 2016, che poi lui vinse. L’inchiesta venne avviata da Cyrus
Vance, l’ex District Attorney
di Manhattan che l’ha lasciata in “eredità” ad Alvin Bragg, che dal 1 gennaio 2022 ha preso il suo posto. Questa è stata la
prima incriminazione penale di un ex presidente, seguita poi dalle altre per
Trump in due processi federali ed in uno nella Georgia.
ALVIN
BRAGG È il primo
procuratore afroamericano di Manhattan ed è già entrato nei libri di storia per
aver accusato Donald Trump, un fatto senza precedenti per un ex presidente Usa.
Democratico, 49 anni, eletto nel novembre 2021, ha ufficialmente incriminato
Trump per il pagamento di 130mila dollari, poco prima della sua vittoria nelle
elezioni presidenziali del 2016, all’attrice hard Stormy
Daniels. In carica dal 1 gennaio 2022, Alvin Bragg,
nato ad Harlem, si è subito fatto conoscere per le sue posizioni progressiste,
attirandosi le ire dei conservatori repubblicani. Lo stesso Bragg è riuscito a
far condannare la Trump Organization a pagare 1,6 milioni di dollari di multa
per frode finanziaria e fiscale.
MICHAEL
COHEN Vice presidente della Trump Organization e avvocato
personale di Trump tra il 2006 e il 2018, Cohen è diventato il testimone chiave
contro l’ex presidente. Dopo la condanna federale a 3 anni per il pagamento a Stormy Daniels e per aver mentito al Congresso su questa
vicenda, Cohen ha iniziato a collaborare spiegando come versò personalmente i
130mila dollari, poi rimborsati da Trump sotto forma di “spese legali”. Nella
sua attesa testimonianza – che gli avvocati della difesa hanno cercato in tutti
i modi bloccare – si prevede che Cohen, che per anni è stato una sorte di fixer
di Trump, risolvendo il suoi problemi più delicati,
spiegherà come era stato sviluppato il sistema per sopprimere tutte le
rivelazioni negative sull’ex presidente e come i pagamenti venivano effettuati,
su diretta indicazione di Trump.
STORMY
DANIELS
L’attrice di film porno, il cui vero nome è Stephanie Clifford, nel 2016
cominciò a rivelare di avere avuto anni prima una relazione con Trump, quando
il magnate era da poco sposato con Melania. Secondo i procuratori negoziò con
Cohen un accordo per comprare “il suo silenzio ed impedire la diffusione di
rivelazioni negative nelle settimane finali della campagna elettorale”. Due
anni dopo, mentre Trump era alla Casa Bianca, Daniels ha contestato la validità
dell’accordo firmato perché mancava la firma del diretto interessato, Trump. Ne
nacque così una battaglia legale che rese pubblica la vicenda, attirando
l’attenzione dei media ed in un secondo momento dei procuratori sulla vicenda e
sul ruolo di Cohen.
KAREN
MCDOUGAL Attrice e
modella di Playboy, la donna ha sostenuto di avere avuto una relazione di 9 mesi con Trump prima della sua elezione a presidente. Nel
suo caso a versarle 150mila dollari fu l’American Media Inc. (Ami), che
pubblica il tabloid National Enquirer, per
l’esclusiva di un’intervista che non fu mai pubblicata. In cambio, sostiene
l’accusa, McDougal “accettò di non parlare con nessun
altro media della sua relazione” con il tycoon.
DAVID
PECKER Editore del
National Enquirer, e Ceo di Ami fino all’agosto del
2020, Pecker è accusato di essere direttamente
coinvolto nell’operazione di “catch and kill” per
comprare i diritti di interviste potenzialmente pericolose per Trump e poi
insabbiarle. L’obiettivo dei procuratori è convincere i giurati che Trump aveva
organizzato un sistema di insabbiamento – falsificando poi i documenti
finanziari della sua compagnia – non solo per evitare lo scandalo, ma anche per
influenzare l’esito delle elezioni del 2016.
JUAN
MANUEL MERCHAN Nato in
Colombia, emigrato a New York a 6 anni e cresciuto nel
Queens, una vita all’interno del sistema giudiziario di New York e la fama di
essere integerrimo. È oggi il giudice più famoso al mondo. Per chi lo apprezza,
il magistrato 60enne ha “il temperamento e
l’equilibrio giusti” per affrontare un processo così clamoroso ed è
incorruttibile. Per Trump, è un nemico usato dai democratici: “Mi odia”, ha
tuonato, accusandolo di essere di parte perché una figlia di Merchan ha lavorato come pubblicitaria alla campagna di
Kamala Harris.
Nominato
alla corte di New York nel 2006 dall’allora sindaco Michael Bloomberg, passato
al tribunale penale del 2009, è un veterano del sistema giudiziario, oltre ad
essere il primo della sua famiglia ad essere andato all’università.
Nel
2013 condannò a lavori socialmente utili un gruppo di skydiver
che si erano lanciati da uno dei grattacieli del World Trade Center, allora in
costruzione, accusandoli di aver “infangato la memoria di chi l’11 settembre si
è lanciato dalla Torri non per sport, ma per necessità”. Due anni fa si è
occupato del famoso caso, dal quale è stato tratto il film Soccer Mom Madam, di una tipica
mamma dei sobborghi americani che gestisce un’attività di escort di lusso a
Manhattan.
Ma
è stato giudice anche del processo alla Trump Organization, senza dubbio quello
che lo ha portato alla ribalta, conclusosi con la condanna a cinque mesi di
carcere dell’ex capo finanziario Allen Weisselberg e
una multa alla società da 1,6 milioni.
Ha
seguito diversi casi di reati finanziari, ma viene apprezzato anche per essersi
impegnato per la creazione della Manhattan Mental
Health Court, in cui si dà la possibilità a imputati con problemi di disagio
mentale di sottoporsi a cure e trattamenti, con una supervisione, invece di
scontare pene carcerarie
***
(Marco
Giustiniani www.lavocedinewyork.com)