Biden:
"È l'elezione più importante e io la vincerò". Ma salgono le
pressioni per un ritiro
WASHINGTON -
Mentre il Washington Post rivela che i finanziatori del partito
democratico non solo danno per scontato che il presidente dovrà passare il
testimone a Kamala Harris, ma stanno anche lavorando per scegliere il
suo vicepresidente, Joe Biden posta sui social un nuovo auspicio che va
nella direzione opposta: "È un miracolo. Per una volta Donald Trump ha
detto la verità. Questa è l'elezione più importante della nostra vita. E io la
vincerò". Il post è accompagnato da un video dell'avversario che appunto
afferma che quella di novembre sarà la più importante elezione nella storia
degli Stati Uniti.
Intanto emerge
che per la campagna Joe Biden ha speso quasi sei volte di più di quella di
Donald Trump nel mese di giugno, lasciando l'ex presidente seduto su una
montagna di risorse e quindi più forte a quattro mesi dalle elezioni. Lo staff
del presidente ha speso cifre elevate negli stati a rischio ma con scarsi
risultati nei sondaggi. Alla fine di giugno Biden aveva in cassa 96 milioni
mentre Trump 128 milioni. I dati sono relativi a un mese che ancora non ha
risentito della disastrosa performance del presidente al dibattito, che si è
tenuto il 27giugno. Le aspettative della campagna di Biden per luglio sono
molto peggiori.
Ai tentativi
dei democratici di decidere e imporre un nuovo candidato al posto di Joe Biden
ci saranno, in risposta, delle azioni legali. È l'avvertimento dello speaker
della Camera, il repubblicano Mike Johnson, secondo il quale "ogni
stato ha un suo sistema e in molti non è possibile semplicemente cambiare il
candidato". Tecnicamente Biden non è ancora non è stato formalmente
nominato candidato dei democratici e non lo sarà fino al voto dei delegati.Nonostante
questo Johnson ritiene ci sia spazio per cause vistoche Biden ha vinto le
primarie del suo partito.
Trump è avanti
di sette punti su Biden in Michigan, uno degli Stati chiave per la
conquista della Casa Bianca. Secondo un sondaggio di Free Press, Trump ha il
49% delle preferenze contro il 42% di Biden in un ipotetico scontro diretto.
Nel caso di una battaglia a cinque, Trump ha il 43% contro il 36% di Biden ,
con Robert F. Kennedy Jr all'8%, e Jill Stein e Cornel West con il 2% ciascuno.
Le ipotesi
di un passo indietro dopo l'incontro con Netanyahu
Il futuro
della candidatura di Joe Biden resta in sospeso almeno fino a metà della
settimana prossima, quando si concluderà la prevista visita del premier
israeliano Benjamin Netanyahu a Washington. Il presidente sarebbe
determinato a non fare annunci prima, per “non dare soddisfazioni” al
capo di governo dello Stato ebraico, con il quale i rapporti sono sempre più
tesi a causa della guerra nella Striscia di Gaza. Lo riferisce oggi il New
York Times, citando persone vicine al presidente e suoi consiglieri.
Secondo il quotidiano, il presidente americano, in isolamento per il Covid
nella sua residenza in Delaware, sarebbe però "sempre più furioso per
quella che considera come una campagna orchestrata per cacciarlo dalla
corsa". E a conferma che lui si sente in grado di correre per la Casa
Bianca - nonostante le numerose pressioni - scrive oggi su X che queste “sono
le elezioni più importanti della nostra vita. E le vincerò io”. A spronarlo
a non mollare i coniugi Clinton che secondo quanto riporta Nbc lo sostengono e
invitano i donatori a non abbandonarlo.
Persone vicine
al presidente hanno dichiarato che "Biden è in politica abbastanza a lungo
da presumere che le fughe di notizie apparse sui media negli ultimi giorni
siano coordinate per aumentare la pressione su di lui perché si faccia da parte"
e "ritiene Nancy Pelosi, ex presidente della Camera, la principale
istigatrice, ma è irritato anche con Obama, considerandolo il burattinaio
dietro le quinte". Di fatto, hanno dichiarato due fonti, fino a ieri
pomeriggio il presidente Biden non si è impegnato a ritirarsi dalla corsa e
"non ha cambiato idea", mentre continuerebbe inoltre a lavorare sulle
prossime tappa della campagna elettorale, in Georgia e in Texas.
Se Biden
dovesse rinunciare, comunque, tra i democratici salgono le quotazioni
dell'attuale vice Kamala Harris, almeno secondo indiscrezioni riportate da Cnn.
Alcuni sondaggi interni starebbero mostrando che Harris potrebbe aumentare
l'entusiasmo degli elettori democratici e portare avanti in modo più vigoroso e
attivo la campagna contro Donald Trump.
L'incontro tra
Biden e Netanyahu, comunque, potrebbe pure non avere luogo se il presidente
americano non si riprenderà per tempo dal Covid-19. Se avrà luogo, "l'obiettivo
principale" sarà il rilascio degli ostaggi e l'accordo di cessate il
fuoco attualmente sul tavolo tra Israele e Hamas, che Blinken ha definito
ieri “vicino alla meta”, senza però nascondere che “gli ultimi metri sono i più
difficili”, ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati
Uniti, Jake Sullivan
"Il
presidente concentrerà le sue energie con il Primo Ministro Netanyahu su
ciò che sarà necessario per lavorare insieme... e poi gli Stati Uniti
lavoreranno con gli altri mediatori per raggiungere questo accordo nelle
prossime settimane", ha detto Sullivan. Ma a complicare l'incontro
potrebbero esserci le nuove sanzioni che l'Amministrazione sta
studiando, tra le quali quelle contro il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar
Ben Gvir e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich",
entrambi esponenti di quell'estrema destra che difende a spada tratta gli
insediamenti illegali in Cisgiordania, si oppone a qualsiasi Stato palestinese
e chiede la ricolonizzazione della Striscia di Gaza.
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(Servizio
speciale di RaiNews)