Contro la Cina una flotta di satelliti.
I giochi di potere dell’occidente nell’Indo-Pacifico
di Giuseppe Gagliano - InsideOver
La
crescente competizione geopolitica nell’Indo-Pacifico ha aperto un nuovo fronte nella corsa
per il dominio delle capacità di intelligence del segnale (SIGINT) basate sullo
spazio. La regione, già teatro di intense rivalità tra le potenze globali, vede
oggi l’emergere di un interesse strategico per il monitoraggio delle cosiddette
“navi fantasma” cinesi, spesso accusate di attività di pesca illegale.
Questo fenomeno, che va ben oltre la questione ambientale, rappresenta una
minaccia diretta alla sovranità e alla sicurezza economica di molti stati
costieri dell’Indo-Pacifico.
In
questo contesto, aziende specializzate nella raccolta di dati SIGINT, come la
francese Unseenlabs e l’americana HawkEye
360, stanno sondando il mercato regionale per offrire i loro servizi
avanzati di tracciamento satellitare. Queste aziende utilizzano
costellazioni di satelliti per rilevare e analizzare segnali radio emessi da
imbarcazioni, anche quando queste disattivano i loro transponder per evitare di
essere tracciate. La capacità di identificare e monitorare queste navi è di
enorme valore per i paesi dell’Indo-Pacifico, che vedono nella pesca illegale
una forma di aggressione economica e territoriale.
Dal
punto di vista geopolitico, l’interesse per tali tecnologie SIGINT riflette una
crescente militarizzazione della regione, dove le linee tra sicurezza
nazionale e protezione delle risorse naturali sono sempre più sfumate. La Cina,
con la sua vasta flotta di pescherecci che opera spesso ai limiti della
legalità internazionale, è percepita come una minaccia non solo per l’ambiente
marino, ma anche per la stabilità politica ed economica della regione. I paesi
dell’Indo-Pacifico, preoccupati per la propria sicurezza marittima, vedono nei
servizi offerti da Unseenlabs e HawkEye
360 uno strumento essenziale per contrastare l’espansione cinese e proteggere
le proprie zone economiche esclusive.
Inoltre,
l’ingresso di questi attori privati nel mercato SIGINT dell’Indo-Pacifico si
intreccia con gli interessi strategici dei rispettivi governi. La Francia, con
la sua presenza nei territori d’oltremare nel Pacifico e nell’Oceano Indiano,
ha interesse a rafforzare il proprio ruolo nella regione, proiettando potere
attraverso partnership tecnologiche e accordi di difesa. Allo stesso modo, gli
Stati Uniti vedono in questa iniziativa un mezzo per consolidare le alleanze
con i paesi regionali, offrendo loro capacità di sorveglianza avanzate in
cambio di una più stretta cooperazione in ambito di sicurezza.
Il
Giappone e le Filippine, entrambi alleati chiave degli Stati Uniti e attori
regionali preoccupati dall’aggressività cinese, sono a loro volta
particolarmente interessati a queste tecnologie. Per il Giappone, rafforzare le
proprie capacità di monitoraggio marittimo è fondamentale per la protezione
delle isole Senkaku, contese con la Cina. Le
Filippine, dal canto loro, devono affrontare la sfida delle incursioni cinesi
nelle acque del Mar Cinese Meridionale, una zona di grande importanza
strategica e ricca di risorse ittiche.
Questa
corsa al SIGINT spaziale nell’Indo-Pacifico non è solo una questione di
tecnologia, ma anche di influenza politica. I paesi che riusciranno a
dotarsi di queste capacità avranno un vantaggio significativo nel proteggere i
propri interessi marittimi e nell’affermare la propria sovranità. Tuttavia,
il crescente utilizzo di queste tecnologie solleva anche questioni di sovranità
digitale e dipendenza tecnologica, poiché molti stati della regione potrebbero
ritrovarsi a fare affidamento su fornitori esterni per la loro sicurezza
nazionale.
In
conclusione, la competizione per fornire servizi di intelligence del segnale
nell’Indo-Pacifico rappresenta una nuova dimensione della rivalità geopolitica
nella regione. Con il pretesto della lotta alla pesca illegale, le potenze
globali stanno rafforzando le proprie posizioni strategiche, offrendo
tecnologie avanzate ai paesi regionali in cambio di maggiore influenza politica
e militare. In un contesto di crescente tensione, l’Indo-Pacifico continua a
essere il fulcro di un complesso gioco di potere globale, dove la
tecnologia e l’informazione giocano un ruolo sempre più centrale.
***
(Giuseppe
Gagliano www.insideover.com
- Nel 2011 ha fondato il Network internazionale Cestudec
(Centro studi strategici Carlo de Cristoforis) con sede a Como, con la finalità
di studiare in un’ottica realistica le dinamiche conflittuali delle relazioni
internazionali ponendo l’enfasi sulla dimensione della intelligence e della
geopolitica alla luce delle riflessioni di Christian Harbulot
fondatore e direttore della Scuola di guerra economica (Ege). Gagliano ha
pubblicato quattro saggi in francese sulla guerra economica e dieci saggi in
italiano sulla geopolitica)