Venti di guerra all’Onu: al Consiglio di Sicurezza scontro Polonia-Russia sui droni 

di Stefano Vaccara - La Voce di New York

 

NEW YORK - Al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite è andata in scena una giornata di altissima tensione diplomatica. Per la prima volta nella sua storia, la Polonia ha chiesto una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza, dopo che 19 droni russi hanno violato il suo spazio aereo nella notte tra il 9 e il 10 settembre. Varsavia denuncia una “provocazione deliberata”, mentre Mosca nega e parla di “isteria artificiale”.

 

Poco prima che si aprisse la sessione, il segretario di Stato polacco Marcin Bosacki si è presentato ai giornalisti davanti al Consiglio di Sicurezza, circondato da una cinquantina di ambasciatori di Paesi NATO, UE e alleati (tra cui Italia, Francia, Germania, Stati Uniti e la delegazione dell’Unione Europea).

 

Leggendo una dichiarazione congiunta, Bosacki ha denunciato “l’ennesima flagrante violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite da parte della Federazione Russa”. Ha spiegato che “19 droni hanno violato lo spazio aereo polacco, minacciando la popolazione civile e la sicurezza dell’aviazione”.

 

Alla domanda se l’episodio fosse da interpretare come un “warning shot”, ha risposto: “Costituisce certamente la più forte provocazione contro un Paese UE o NATO dall’inizio di questo conflitto. E siamo lieti che così tanti Paesi riconoscano questa minaccia quanto la riconosce la Polonia”.

 

Quando la riunione è iniziata, l’Under-Segretaria dell’ONU per gli affari politici Rosemary DiCarlo ha aperto i lavori confermando che si è trattato della più massiccia incursione mai registrata nello spazio aereo NATO dall’inizio della guerra in Ucraina.

 

Gli Stati Uniti, con l’ambasciatrice Dorothy Shea, hanno ribadito il sostegno totale all’alleato: “Gli Stati Uniti difenderanno ogni centimetro del territorio NATO”. Shea ha anche puntato il dito contro Mosca, ricordando che “dopo il vertice di Alaska tra Trump e Putin, la Russia non ha de-escalato ma ha intensificato i bombardamenti e ora ha violato lo spazio aereo di un Paese NATO. È un segno di immenso disprezzo verso i nostri sforzi diplomatici”.

 

L’ambasciatore russo Vassily Nebenzia (che prima della riunione, interpellato dai giornalisti su cosa si aspettasse dalla riunione, ha risposto con una sola parola: “Nothing”)  ha negato ogni responsabilità, sostenendo che i droni impiegati in Ucraina hanno una gittata massima di 700 km e non avrebbero potuto raggiungere la Polonia. Ha parlato di “campagna di disinformazione” orchestrata da Varsavia e dalle capitali europee, e ha invitato la Polonia a “dialoghi professionali” tra ministeri della difesa.

 

Nel dibattito è intervenuto anche l’ambasciatore cinese Geng Shuang, che ha invitato tutte le parti alla calma e alla moderazione. Ha definito l’incidente dei droni “uno spillover della crisi ucraina”, avvertendo che qualsiasi fraintendimento o retorica conflittuale rischia di provocare una pericolosa escalation. Geng ha ribadito i “tre principi” della posizione cinese: no all’espansione del campo di battaglia, no all’escalation del conflitto, no alle provocazioni.

 

Poi Bosacki ha preso la parola: “Per la prima volta nella storia la Polonia chiede una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza, perché il cielo polacco è stato deliberatamente violato dalla Russia su scala senza precedenti”. Ha insistito: “Non è stato un errore. Ripeto: non è stato un errore”.

 

Il ministro ha ringraziato gli alleati NATO per la reazione immediata, sottolineando il ruolo degli aerei olandesi, tedeschi e italiani, che hanno agito “in maniera professionale” per abbattere parte dei droni. Ha avvertito che “non possiamo permettere che la violazione dello spazio aereo diventi la nuova normalità”.

 

Dai banchi europei sono arrivati messaggi di forte sostegno. L’ambasciatrice dei Paesi Bassi, a nome anche di Belgio e Lussemburgo, ha definito l’incidente “un atto sconsiderato e pericoloso”, mentre Slovenia e Danimarca hanno parlato di “nuova tattica del terrore” e di “seria minaccia per tutti i Paesi confinanti con la Russia”.

 

Durissimo anche l’intervento  dell’Ucraina: “Non è stato un errore tecnico ma una decisione cosciente di Mosca di varcare un’altra linea rossa. Oggi tocca alla Polonia, domani potrebbe toccare a Berlino, Parigi o Londra. Se il Consiglio non reagirà, ci troveremo sull’orlo di una Terza Guerra Mondiale”.

 

La Bielorussia ha a sua volta respinto le accuse, criticando la chiusura del confine da parte polacca come “un passo ingiustificato che colpisce i cittadini comuni”.

 

Uscendo dal Consiglio di Sicurezza, Bosacki si è fermato di nuovo con i giornalisti. Ha definito l’incidente “una provocazione e un’escalation fatta di proposito da parte della Russia”, ma ha voluto sottolineare la compattezza degli alleati: “È stata una dimostrazione di unità non solo dei Paesi europei, ma di molti altri. Raramente si vedono oltre 50 Paesi sostenere così chiaramente una richiesta polacca in Consiglio”. Bosacki ha anche giudicato “molto importante” l’intervento americano che ha denunciato, dopo gli incontri in Alaska, l’aumento dell’aggressività russa. Ha aggiunto, con realismo: “Spero nel meglio, ma sono realista”.

 

Alla fine, il Consiglio non ha adottato decisioni concrete, ma il clima è apparso tra i più tesi dall’inizio della guerra in Ucraina. Varsavia insiste che “la credibilità stessa del Consiglio è in gioco”, mentre Mosca e Minsk continuano a parlare di “invenzioni” polacche e NATO.

La sensazione, nei corridoi dell’ONU, è che i venti di guerra in Europa soffino più forti che mai.

***

(Stefano Vaccara  www.lavocedinewyork.com  Giornalista e scrittore. Nato e cresciuto in Sicilia, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America con Il Giornale di Montanelli, America Oggi e USItalia Weekly. Dal Palazzo di Vetro oggi racconta l’ONU dopo aver fondato e diretto La Voce di New York dal 2013 a gennaio 2023)