Nella fortezza del Bürgenstock.
Reportage dal «nido delle aquile» dove si svolgerà la Conferenza sull'Ucraina
di Andrea Bertagni - Corriere del Ticino
LUCERNA
- "Dove osano le aquile" è un film del 1968 in cui un commando
anglo-americano di paracadutisti deve liberare un generale statunitense
imprigionato dai nazisti in un castello inespugnabile sulle Alpi bavaresi. Sul Bürgenstock nel canton Nidvaldo i prossimi 15 e
16 giugno non ci saranno generali e nemmeno nazisti ma chi ha avuto l’idea di
organizzare qui la conferenza di pace sull’Ucraina ci ha visto lungo
perché il resort 5 stelle superior costruito nel 1871 dai fratelli Durrer ha tutte le possibilità per trasformarsi in una
fortezza. D’altronde chi sceglie di soggiornare qui vuole solo questo: privacy
e isolamento. Come hanno fatto negli anni varie celebrità del firmamento
mondiale, da Indira Ghandi agli ex presidenti degli Stati Uniti, Jimmy Carter e
Milton Eisenhower, da Sophia Loren a Audrey Hepburn,
che sul Bürgenstock si è anche sposata.
Certo,
i turisti danarosi che alloggiano oggi nelle centinaia di camere e appartamenti
ricavati in una trentina di edifici a picco sul lago di Lucerna cercano in
realtà anche relax e benessere, come dimostrano le molte spa e piscine, il
cinema e i campi da tennis che si snodano sui 60 ettari della proprietà
qatariota. Ma sostituire la sicurezza al lusso qui, sulla montagna alta mille
metri che si raggiunge da Stans percorrendo solo due stradine agricole e una
funicolare, non appare impossibile. Anzi.
Una
fortezza pronta a blindarsi
Il
Bürgenstock resort non è la fortezza di Hohenwerfen, da dove Richard Burton e Clint Eastwood
riusciranno a infiltrarsi e a scappare, ma ben si capisce come mai il Consiglio
federale abbia scelto questo luogo per cercare di trovare una soluzione alla
guerra in Ucraina insieme ai capi di stato e funzionari mondiali al riparo da
occhi indiscreti, distrazioni e soprattutto da possibili minacce. Il parterre
annunciato del resto è di quelli importanti. Su invito della presidente della
Confederazione, Viola Amherd sono attesi i leader del G7 (Canada, Francia,
Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d’America), dell’Unione
europea (UE) e di un centinaio di altri Paesi europei, africani, sudamericani,
mediorientali e asiatici. OItre ovviamente al
presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Per gli USA potrebbe esserci
direttamente il presidente Joe Biden. Che dal 13 al
15 giugno sarà già in Italia per il vertice dei leader del G7. Di sicuro non ci
sarà la Russia che ha già annunciato di non voler partecipare nemmeno se
invitata.
La salita
da Stans
La
strada tutta curve che da Stans sale verso la montagna percorrendo un ripido
pendio che si placa soltanto una volta arrivati nella frazione di Obbürgen, quattro case, una scuola e un ufficio postale,
continua a salire trasformandosi in stradina una volta abbandonato il
villaggio. Fatte alcune centinaia di metri si arriva al varco di accesso del
resort. Che è presidiato e dotato di dissuasori stradali. Ancora non si vede
nulla. Si intuiscono piccoli pezzi di facciate e alcuni profili di edifici. In
compenso si sentono i campanacci delle mucche che pascolano nei terreni più in
basso. Pascoli in cui all’occorrenza per i clienti che amano spostarsi in piena
libertà e autonomia possono anche atterrare gli elicotteri. Chissà se questa
possibilità verrà scelta anche dai partecipanti della conferenza di pace.
Gli altri
accessi
Gli
altri accessi sono soltanto due. Un’altra stradina agricola che si stacca da EnnetBürgen e con molta pazienza attraversa campi e
fattorie prima di salire verso il crinale e la funicolare che è di proprietà
del resort e arriva direttamente nell’hall dell’albergo principale, dopo essere
partita da una riva del lago dei Quattro Cantoni che non ha neanche un vero
nome. Ma è collegata con Lucerna da un servizio di navigazione attivo ogni
mezz’ora. Altre soluzioni non ce ne sono. Certo, esistono anche dei sentieri
per chi vuole provare a muoversi a piedi, ma le autorità locali hanno già
garantito che in occasione del vertice saranno chiusi e sbarrati. C’è da
credergli.
Si contano
i giorni
«Non
sappiamo ancora nulla, non abbiamo informazioni sulla sicurezza». Lauriane Zosso è responsabile
delle relazioni pubbliche e della comunicazione del resort. Alla conferenza
mancano ancora due mesi e chi è al lavoro per garantire l’incolumità dei
partecipanti sta sicuramente pianificando ogni dettaglio. Senza però darlo a
vedere. Gli ospiti della lobby seduti ai tavolini del bar davanti alla grande
vetrata che dà sul lago si voltano spesso verso il vero punto forte della
struttura, la vista su Lucerna e il panorama dell’Altipiano che si scorge a 180
gradi all’orizzonte. «Non sono autorizzata a rispondere ad alcuna domanda sul
vertice», taglia corto Zosso. Che però, alcuni
istanti dopo, ammette che per lei il 15 e il 16 giugno saranno due giorni che
si ricorderà per tutta la vita. A calpestare la moquette morbida come l’ovatta
dei corridoi del resort saranno del resto ospiti che raramente si possono incontrare
faccia a faccia e Zosso è già emozionata. Anche
quando percorre il lungo corridoio che porta alla sala da ballo, dove
probabilmente si svolgeranno le parti ufficiali del vertice, non riesce a
trattenere un sorriso di fronte alle pareti che raccontano la storia della
struttura alberghiera. Sorride perché spera di poterla raccontare. Chissà
magari proprio a Joe Biden.
La corsa
agli alloggi
Ed
è sempre il presidente degli Stati Uniti che viene in mente quando si raggiunge
il settimo piano dell’edificio, dove, in fondo a un altro corridoio, si arriva
alla camera presidenziale, la più grande di tutto il resort. La stessa camera,
anche se definirla tale è riduttivo, perché a conti fatti si tratta di un
appartamento di quattro locali, dove alcuni anni fa ha soggiornato con i suoi
amici anche l’influencer italiana caduta in disgrazia Chiara Ferragni. Un
pianoforte a coda prima della grande terrazza. Una cucina, una zona spa
comprensiva di sauna, bagno turco, jacuzzi e lettino per massaggi, una camera
da letto, un soggiorno, uno studio e una terrazza appunto, che è grande quasi
come l’intero appartamento. «Non sappiamo ancora se qualcuno alloggerà da noi.
Può darsi», si affretta a precisare Zosso, prima di
spiegare che la corsa all’alloggio è in realtà già iniziata in tutta la regione
e chi non si sbriga rischia di rimanere a mani vuote.
«I media ci
stanno addosso»
Di
una cosa è però sicura. «Ospitare la conferenza oltre
a essere un onore è una grandissima vetrina per il nostro resort e il nostro
gruppo. Ne parlerà tutto il mondo», afferma facendo tremare un po’ la voce.
Tanta pubblicità ha un lato però anche negativo, secondo la responsabile delle
pubbliche relazioni e della comunicazione. «I media ci stanno addosso, anche
senza verificare troppo le informazioni e le fonti». Il riferimento è
all’articolo pubblicato settimana scorsa dalla
SonntagsZeitung in cui si è riferito che l’ex capo del gruppo alberghiero,
Nawaf bin Jassim bin Jabor Al-Thani è in carcere per
restarci forse altri sei anni. «Ma è appunto l’ex capo, non il capo», precisa
un po’ infastidita, prima di specificare che senza i 550 milioni di franchi
qatarioti il resort molto probabilmente sarebbe rimasto abbandonato a sé stesso
come è successo per una decina di anni, prima di essere acquistato dalla Katara Hospitality nel 2007,
rimodernato e riaperto dieci anni dopo.
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(Andrea
Bertagni www.cdt.ch)