Investimenti
alternativi: ecco le quotazioni dei vini più pregiati. Chi sale e chi scende
nel 2023
di Paola
Jadeluca - Financialounge
ROMA - E' stato appena pubblicato il Liv-ex
Power 100 2023, la classifica annuale dei marchi più potenti nel mercato
secondario del vino pregiato. La congiuntura geopolitica internazionale ha
visto gli investitori prendere una posizione più cauta verso questo asset di
passione, con una riduzione netta dell’esposizione al rischio. Il mercato ha
registrato una forte correzione dei prezzi, ma le posizioni vengono
calcolate sulla base di diversi criteri ponderati, oltre al prezzo, infatti,
conta il numero di vini di un marchio commercializzati e il valore e valore
cumulativi di questi scambi. Il periodo analizzato va dal primo ottobre 2022 al
30 settembre 2023.
DOMANINE DE
LA ROMANÉE CONTI PRECIPITA
Lo scenario appare profondamente cambiato e il Borsino di chi sale e scende registra grandi sorprese, sia negative
che positive. La prima è che tra i peggiori figura Domaine
de la Romanée-Conti, il più raro dei vini più
prestigiosi al mondo, scivolato dall’ottavo al 67mo posto. Più a alto è il prezzo di un brand, maggiore l’impatto quando i
prezzi scendono. Insieme a lui ha perso quota un altro brand di punta della
Borgogna: Arnoux-Lachaux, che
è sceso di 97 posizioni e si è a malapena assicurato un posto
nella classifica di quest'anno, con il suo prezzo di mercato medio in calo del
19% su base annua. Sempre in Borgogna crolla il ranking di Prieuré
Roch, Coche-Dury, Armand Rousseau.
KRUG E DOM
PERIGNON PERDONO QUOTA
Cadute rovinose che riguardano anche prestigiosi champagne: Krug, il re
delle bollicine, crolla dal decimo posto al 54, mentre Dom
Perignon, altro brand culto della scuderia Lvmh, scivola dal sesto al 44mo posto. C’è chi scende e c’è chi sale. Ai crolli
rovinosi fanno da contraltare successi improvvisi, ad opera spesso di brand emergenti, che per la prima volta scalano il Liv-ex Power 100. E’ il caso di Louis
Latour, della Borgogna, passato dal 199mo posto al 23mo; oppure la cantina
toscana Biondi Santi, che nel 2022 figurava al 135 posto e nel ranking 2023 è
balzata al 35mo.
VINO DA
CONSERVARE, VINO DA BERE
Il borsino riflette il sentiment degli investitori nell’anno in corso. Specchio
di tendenze che probabilmente si radicheranno meglio nei prossimi anni, ma che
comunque non inficiano il valore e il prestigio dei singoli brand.
Gli investimenti di passione, infatti, come gli investimenti finanziari hanno
due direttrici: il vino da conservare e il vino da bere.
CROLLO DEI
PREZZI E AVVERSIONE AL RISCHIO
Nel 2023 erano in gioco due tendenze, apparentemente contrastanti. Una è stata
la fuga verso la qualità, la ricerca di scommesse sicure in condizioni
commerciali difficili, tornando per esempio a ciò che si conosce meglio, come
il Bordeaux. Quando l’avversione al rischio ha preso piede sul mercato,
spiegano gli analisti del Liv-ex, i collezionisti
hanno ristretto la loro attenzione ai vini di altissima qualità, sia a livello
di marchio che di annata. Per questo motivo, quest’anno il numero di marchi
qualificati per l’inclusione nel Power 100 è diminuito del 2,1%
ESPLORANDO
NUOVI MERCATI E NUOVI MARCHI
D’altro canto, però, si è affermata un’altra tendenza che riguarda
l’atteggiamento verso i mercati in crescita, in questo caso i collezionisti
hanno manifestato la voglia di mettere leggermente alla prova il loro coraggio
e di esplorare “nuovi marchi” meno consolidati a livello globale. Un
paradosso, ma solo all’apparenza.
Di fronte ai crolli generalizzati dei prezzi, infatti, ha resistito di più chi
ha prezzi molto elevati: Romanée-Conti, per esempio, all’apice delle
quotazioni, non è uscito dalla classifica proprio grazie al fatto che il valore
finale dei vini trattati è rimasto alla fine alto. Lo stesso non si può dire
dello champagne Salon, che è uscito dalla classifica Power 100: ha perso
terreno perché il volume di scambi relativamente limitato non ha compensato l’andamento dei prezzi negativo (-5,7%,che
fa seguito all'impennata nel 2022.
PREMIATI I
PORTAFOGLI AMPI
Sul versante opposto, sono stati particolarmente premiati dalla congiuntura di
mercato i brand che hanno un portafoglio di etichette
ampio e, in molti casi soprattutto, più “accessibili”. I produttori e i
negozianti della Borgogna hanno un vantaggio rispetto a regioni come
Bordeaux in termini di numero di etichette prodotte, che tendono a spaziare dai
Grands Cru ai vini da bere, in particolare nella
fascia più conveniente dello spettro. Sebbene producano volumi più limitati di
ciascun vino rispetto a quanto farebbe una tenuta di Bordeaux, questo criterio
ha dato ad alcuni produttori un vantaggio nella classifica nel Power 100 del
2023. soprattutto nella fascia più conveniente dello spettro. I produttori di
Borgogna bianca, in particolare, erano in aumento poiché commercianti e
collezionisti si concentravano sul bere vini piuttosto che sulle scorte da
conservare
GLI
EMERGENTI DELLA BORGOGNA BIANCA
E questo spiega anche perché la Borgogna ha avuto il maggior numero di vini sia
nella lista dei maggiori rialzi che in quelli dei peggiori all'interno del
Power 100 di quest'anno. L'impatto si è visto in modo particolare nella
cosiddetta Borgogna bianca: Joseph Drouhin/Drouhin-Vaudon e Louis Jadot si
classificano entrambi tra i primi dieci marchi per numero di vini
commercializzati. Inoltre, poiché questi vini bianchi vengono spesso acquistati
per essere bevuti, la loro offerta generalmente diminuisce rapidamente al
momento del rilascio, mantenendo i prezzi relativamente stabili. Caroline Morey e Hubert Lamy, ad esempio, figurano entrambi tra i
primi dieci marchi in termini di performance dei prezzi, registrando aumenti
medi dei prezzi di mercato rispettivamente del 19,3% e dell'11,7%.
PIEMONTE E
TOSCANA, LA SCALATA DEI RIALZISTI
La storia si ripete anche nel nostro Piemonte: produttori come Roagna, Rinaldi, Vietti e Gaja comprendono
tutti un elevato numero di etichette, alcune delle quali offrono un buon prezzo
rispetto a Conterno e Bartolo, attirando l'acquirente di valore. Vietti è
arrivato 21mo per numero di vini scambiati, e Roagna
38mo,con un balzo nel Power 100 dal 158mo posto del
2022 al 46mo del 2023. Nella lista dei maggiori rialzisti in assoluto figura
anche Giuseppe Rinaldi, passato dall'85mo al 15mo. Tignanello
e Ornellaia anche fanno registrare un balzo nella
classifica.
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(Paola Jadeluca giornalista di Repubblica per oltre 30 anni,
curatrice del settimanale Affari & Finanza, esperta tra l'altro di vini e
cucina - www.financialounge.com)