Carlo III, un anno da Re nel ricordo
della regina Elisabetta. Piace ai sudditi, ma non sarà lui a modernizzare la
monarchia
Servizio di RaiNews
LONDRA
- È trascorso un anno dalla morte della regina Elisabetta e dalla sua salita al
trono ed è tempo di bilancio per Carlo III. Nel confronto inevitabile
con i suoi predecessori, Carlo III viene definito dalla stampa britannica come
un sovrano "attivo, che macina chilometri, pur avendo 74 anni", come
titolato dal Belfast Telegraph e dal Telegraph.
Erede
più anziano della storia britannica a diventare re, Carlo III ha per ora
mantenuto la sua promessa abbracciando la “continuità” con la madre
Elisabetta, ma con un tocco personale, meno compassato e distante, attento alle
sensibilità di un regno multiculturale.
La
maggior parte degli osservatori lo considera un sovrano di transizione e non di riforme, che
traghetterà il paese verso il regno del figlio William, il "nuovo"
principe di Galles cui spetterà il compito di modernizzare la famiglia reale e
l'istituto della monarchia.
Sovrani
a confronto: i numeri
Carlo
III, nel suo primo anno sul trono, ha lavorato di più rispetto alla madre, ma
non è riuscito a battere i record del nonno, Giorgio VI.
Secondo
il Court Circular, il registro ufficiale delle
attività quotidiane della famiglia reale, il re ha intrapreso impegni ufficiali
per un totale di 161 giorni dalla sua ascesa l'anno scorso, quattro in
più rispetto al totale di Elisabetta II. Giorgio VI però fu impegnato
per 183 giorni.
Tra
visite, incontri o incarichi ufficiali, i numeri si impennano fino a 550
eventi, un centinaio in più rispetto a Elisabetta, una ventina in meno se
si considera Giorgio.
Per
quanto riguarda le udienze tenute con i primi ministri, Elisabetta II ha
superato sia il padre che il figlio, con le sue 27 udienze con Winston
Churchill nel suo primo anno da regina. In un anno Carlo invece ha tenuto
26 udienze ufficiali, di cui cinque con Liz Truss - che si è dimessa 48 giorni dopo l'inizio del suo
regno - e le restanti 21 con il premier Rishi Sunak.
Al
contrario, Giorgio VI tenne solo 12 udienze nell'anno successivo alla sua
ascesa al trono nel dicembre 1936: sette con Stanley Baldwin e cinque con
Neville Chamberlain.
Il
“Re che macina chilometri”
Oltre
agli impegni comuni - tra cui il Royal Ascot - assunti dai tre monarchi,
l'analisi dei media evidenzia quello “snellimento” di funzioni di cui Carlo si
è fatto fin da subito promotore e la volontà di prendere fin da subito in mano
le redini del nuovo ruolo, anche e soprattutto facendosi vedere nella nuova
veste. Di qui anche la decisione di non rimandare l'imponente cerimonia di
incoronazione che si è tenuta appena 8 mesi dopo la
scomparsa della sovrana.
In
un anno il re in carica ha già visitato le quattro nazioni del Regno Unito,
da solo e con la regina consorte Camilla.
Si
è recato in Scozia, Irlanda del Nord e Galles entro otto giorni dalla sua
ascesa al trono oltre a visite ai quattro angoli del
Paese, tra cui York, Wrexham, Manchester, Armagh,
Selkirk e St Ives. È andato due volte all'estero: la prima per una visita di stato in Germania nel marzo scorso, la
seconda per il suo tradizionale soggiorno in Romania a giugno.
Ha
ricevuto i presidenti americano Joe Biden, l'ucraino
Volodymyr Zeelensky e il sudafricano Cyril Ramaphosa,
senza dimenticare la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen.
Sia
Giorgio VI che la defunta regina trascorsero il loro primo anno come monarchi
in Gran Bretagna, senza impegni ufficiali all'estero, sebbene Elisabetta,
allora ancora principessa, si trovasse in Kenya quando divenne regina il 6
febbraio 1952.
Un
re che piace ai sudditi
A
parte qualche contestazione - uno studente è stato arrestato per avergli
lanciato un uovo a York - Carlo III è stato accolto con affetto dai sudditi
dimostrando un atteggiamento più empatico della madre.
Si
è fermato a parlare con la gente, ha accettato il bacio di una fan nei giorni
del lutto, ha ballato la danza ebraica della hora assieme a un gruppo di
anziani sopravvissuti all'Olocausto.
Nel
suo primo discorso televisivo di Natale, seguito da
un'audience record di oltre 10 milioni di persone, ha toccato il tema del costo
della vita e dell'importanza del servizio alla comunità.
Secondo
un sondaggio YouGov, realizzato a fine agosto, il 59% pensa che il Re stia
facendo "un buon lavoro", mentre solo
il 17% dà un giudizio negativo.
Ed
è riuscito anche a fare accettare a tutti la regina Camilla, la donna che ha sempre amato, in
salita nelle preferenze dei sudditi. Un fatto impensabile negli anni in cui non
era che il “terzo incomodo” in quel matrimonio “troppo popolato” tra Carlo e
Lady Diana.
Secondo
il sondaggio Yougov, il 47% dei britannici ha una
buona opinione della regina consorte, contro il 42% di negativi. Il trend positivo è in lenta ma costante crescita, che
tuttavia la relega nella nona posizione, in una scala che vede in cima la
defunta Elisabetta, seguita dall'erede al trono William.
Propositi
e azioni del nuovo Re
Durante
i settant'anni trascorsi da erede all'ombra della madre, Carlo aveva preso
posizione più volte a favore dell'ambiente e di un'architettura più
tradizionale, aveva espresso la sua opinione sui migranti e non
aveva lesinato di dire la sua su questioni politiche.
Da
Re, Carlo ha rispettato il dovere di mantenersi neutrale, pur
mostrando di non rinunciare al suo credo e ai suoi valori. Non ha partecipato
alla Cop 27 in Egitto, per esempio, ma ha organizzato un evento sul clima a Buckingham Palace.
Ha visitato un centro che ospita migranti sudanesi del Darfur e anche una
moschea.
L'ambiente,
l'immigrazione, il rispetto di tutte le religioni sono temi per cui si è sempre
battuto e ha continuato e continuerà a farlo, cercando di scansare le
implicazioni politiche a lui non concesse.
In
un certo senso, la cerimonia della sua incoronazione ha riassunto tutto il
pensiero di Carlo III: dai biglietti sostenibili agli abiti (e le corone)
riciclate, dal coinvolgimento dei rappresentanti di diverse religioni ed etnie
alla scelta di canti in gaelico e inglese.
La
questione Harry
Carlo
è riuscito anche a contenere le conseguenze delle “confessioni” del figlio
ribelle Harry. Come sua madre Elisabetta, il nuovo sovrano ha rispettato il
motto 'never complain, never explain', evitando ogni
commento di fronte alle accuse e le rivelazioni della serie Netflix "Harry
e Meghan" e dell'autobiografia del figlio,
"Spare". Lo stesso motto che lo ha guidato
nella gestione dell'affair Epstein con il
coinvolgimento del fratello Andrea, privato di titoli reali e incarichi pubblici.
Harry,
seppure in posizione defilata e senza la moglie, era presente alla cerimonia dell'incoronazione. Ma
non è ancora il tempo di un incontro faccia a faccia con il padre.
Il
duca di Sussex si trova a Londra per partecipare all'evento di beneficenza del
prestigioso premio WellChilds, proprio nei giorni
dell'anniversario della scomparsa della Regina con cui aveva un rapporto
stretto e affettuoso, nonostante le intemperanze, ma re Carlo III, sembra
"non avere tempo in agenda" per lui, e nemmeno il fratello, William.
Quanto
alla moglie, sembra che lo raggiungerà agli Invictus
Games, la competizione sportiva internazionale fondata da Harry per i militari
e i veterani, che si apre a Dusseldorf, il 9
settembre. Ma non passerà dal Regno Unito.
Nonostante
le voci circolate su una presunta crisi della coppia, i due sono stati
avvistati mentre si scatenavano al concerto di Beyoncé e mentre visitavano il
sito sul quale potrebbe sorgere la loro nuova futura dimora, in quel di Malibu.
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(Servizio
speciale di Rai News)