MARCO LONGO: "LA MIA VITA A CACCIA DI NUVOLE"

 

ROMA - Un nuovo libro della casa editrice LoGisma: “La mia vita a caccia di nuvole. Un pilota molto poco qualunque dal Macchi 416 al Siai 260”. Si tratta di un'opera dove l’autore, Marco Longo, racconta i suoi trenta anni di carriera “volatoria”, che sintetizza in due aerei iconici, il Macchi 416 e al Siai 260, ma in realtà parla anche di molte altre attività legate al mondo dell’aviazione civile, una passione che da sempre ha condizionato la sua esistenza.

 

Tutto ebbe inizio quando aveva dodici anni e una sera di luglio, dopo aver finito di leggere un racconto di aviazione sul periodico “Selezione dal Reader’s Digest” del quale erano abbonati i suoi genitori, si recò in terrazza e annunciò loro che da “grande” avrebbe fatto il pilota. La madre, donna concreta si limitò ad approvare con scarsa convinzione per invitarlo subito dopo ad andare a letto.

 

E, invece, Marco Longo pilota lo è diventato davvero, ma non il solito pilota militare o civile, piuttosto un pilota privato che, per una serie di circostanze, ha dovuto “condividere” questa sua passione con le necessità familiari e gli accadimenti della vita, non ultimo il costo delle lezioni di volo.

 

Un libro con una storia particolare perché è nato come una raccolta personale di ricordi dell’autore, che il figlio ha sollecitato a scrivere per lasciarli in eredità ai posteri, ma ha successivamente preso quota quando Marco Longo ha deciso di raccontare al lettore quelle entusiasmanti sensazioni che solo il volo può dare.

 

Essendo un’opera scritto nel corso di trenta e più anni, molti fatti non sono più attuali, ma rispecchiano la situazione nel momento in cui sono avvenuti.

 

Ad esempio, oggi sembra impossibile che un passeggero possa sedersi nello “jump seat”, un sedile ripieghevole posto fra i due piloti degli aerei di linea, eppure l’autore ha potuto usarlo, più di una volta, grazie al gentile invito di alcuni comandanti, e assistere anche all’atterraggio. Una presenza ovviamente silenziosa per non interferire con le “sterile cockpit rules”, quell’insieme di regole che definiscono il comportamento di un equipaggio di condotta del velivolo in alcune situazioni critiche, come la fase di avvicinamento ed atterraggio.

 

Infine, ha cercato di facilitare la lettura anche per coloro che sono digiuni di cose aeronautiche, traducendo quello che è scontato per un appassionato, per esempio un “looping” non è altro che il più noto “giro della morte”.   

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