TRIBUNA

 

"REPUBBLICA", ORFEO TRA DUE FUOCHI 

di Insider

 

TORINO - Lo scontro a Repubblica tra il direttore Mario Orfeo e il Comitato di redazione sulla nota a favore della grave situazione dei palestinesi nella striscia di Gaza, approvata dall'assemblea di redazione, ha portato alle dimissioni del Cdr capeggiato dal giornalista Pucciarelli. Ma ha anche posto lo scaltro Orfeo di fronte a una situazione molto difficile, che potrebbe anche concludersi con un nuovo cambio - dopo quello di Maurizio Molinari - alla direzione del quotidiano controllato dalla Gedi e quindi dalla Exor di John Elkann.

 

E' questo in sostanza ciò che pensano fonti torinesi vicine, ma estranee, agli eredi dell'avvocato Agnelli. Che spiegano: l'attuale situazione di Repubblica non è di natura politica interna tipica italiana, in cui l'abile Orfeo come ha fatto in passato alla Rai potrebbe trovare la quadratura del cerchio.

 

Ma si tratta di una situazione di natura storica-internazionale, che richiede una profonda conoscenza del Medio Oriente e dei movimenti terroristici che hanno sempre impedito la pacifica coesistenza tra palestinesi e israeliani, foraggiati di volta in volta e per motivi diversi da alcuni stati del Golfo Persico. Stati che ora si servono per la loro azione anche di agenzie internazionali di pubbliche relazioni molto convincenti grazie ai petrodollari di cui dispongono.

 

Orfeo, quindi, come si muove rischia di scivolare sulla buccia di banana. Se insiste sulla modifica del documento pro Gaza da parte dell'assemblea di redazione si trova contro non solo Pucciarelli e gli altri membri del Cdr, ma anche buona parte della redazione come avvenne per Molinari.

Se invece apre alle conclusioni dell'assemblea di redazione, la Gedi non potrà che prenderne atto e non potrà non tenere presente che lo sperato decollo delle vendite di Repubblica in pratica non c'è stato. Che farà John Elkann? Impossibile prevederlo, anche perchè Elkann è fortemente impegnato in grandi affari industriali internazionali.

 

Orfeo da buon napoletano conoscerà il vecchio detto: Le chiacchiere e le tabacchiere di legno il Banco di Napoli non le accetta in pegno. Chissà se anche chi fondò il Banco di Napoli. Ma il caro nonno parigino di John da parte del padre lo sapeva bene: a fondarlo fu uno dei cinque fratelli Rothschild, finanziatori persino di Napoleone e dei primi israeliti stabilitisi nell'allora pacifica Palestina.

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