TRIBUNA

 

REPUBBLICA CHIEDE GARANZIE NERO SU BIANCO DA KYRIAKOU ED ELKANN

 

ROMA - L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica ha preso atto “degli obiettivi ambiziosi” diffusi il 17 dicembre da fonti vicine ad Antenna Group, potenziale acquirente del Gruppo Gedi: il programma di “investimento a lungo termine” con “l’aumento dei posti di lavoro nel medio termine” insieme al “rispetto dei valori fondamentali” sono il primo impegno pubblico assunto da chi si candida a diventare editore di un gruppo importante nel panorama dell’informazione in Italia. Parole che l’assemblea di redazione “accoglie con favore ma allo stesso tempo con cautela”.

 

Ed ecco la spiegazione: “Una tale manifestazione di intenti del compratore, se reale, apre la strada al pieno accoglimento di quella che resta l’irrinunciabile richiesta rivolta al venditore: e cioè che le garanzie di indipendenza della testata e del mantenimento dei livelli occupazionali siano messe nero su bianco nel contratto di compravendita in via di definizione. Gli impegni non scritti non sono sufficienti così come non sono sufficienti quelli assunti nelle ultime ore da Gedi di mettere sul tavolo delle trattative le garanzie richieste dalle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo”.

 

L’assemblea di redazione si aspetta risposte concrete a strettissimo giro dall’attuale editore. Per questo conferma lo stato di agitazione e, dopo il primo giorno di sciopero già effettuato, riconsegna al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero. Conferma il blocco di tutte le iniziative speciali – eventi pubblici e album – da programmare e a cui lavorare nelle prossime settimane. Chiede anche che si continui nei prossimi giorni ai lettori e agli abbonati una informazione completa – su carta e on line – di quel che sta succedendo in merito alle trattative per la cessione delle testate del Gruppo Gedi.

 

“Fonti vicine ad Antenna Group” hanno provato ad allontanare le voci su possibili licenziamenti una volta completato l’acquisto del Gruppo Gedi con Repubblica in testa, da parte del colosso greco guidato da Theodore Kyriakou per circa 140 milioni. Secondo queste fonti, i piani per Gedi prevedono “ambiziosi obiettivi di espansione”, tra cui l’internazionalizzazione dei brand, che dovrebbe portare a un aumento dei posti di lavoro nel medio termine. Un messaggio che sembra diretto tanto ai mercati, quanto ai dipendenti del gruppo editoriale oggi in mano a Exor, titolare di Gedi.

 

Antenna Group è presente in 22 Paesi tra Europa, Nord America e Australia. Gestisce 37 canali televisivi e due servizi di streaming, supportati da attività mediatiche diversificate. Sul fronte degli investimenti, ricordano le fonti vicine al gruppo, “Antenna ha generato oltre 1,6 miliardi di euro di flusso di cassa operativo, con un ritorno annuo sugli investimenti superiore al 30%, grazie alla monetizzazione di asset di successo nel corso degli anni”. Risultati indubbiamente diversi dalle perdite croniche che ha registrato il gruppo Gedi, soprattutto sotto la gestione Exor. Il gruppo è stato tra i primi investitori in aziende globali come Facebook, Twitter (X) e Spotify prima della loro quotazione in borsa, e mantiene ancora investimenti strategici in Imagine Entertainment (la casa di produzione di Hollywood), TelevisaUnivision (la più grande compagnia di media in lingua spagnola del mondo) e Raine Group (banca d’investimenti globale specializzata in tecnologia, media e sport)

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(Credits: Professione Reporter)