TRIBUNA

 

"BBC", L’OBSERVER DENUNCIA UN ‘GOLPE’ INTERNO 

di Paola Cavaglià

 

Il presidente Trump ha dichiarato che intende procedere con una causa multimiliardaria contro la BBC, nonostante l’emittente abbia presentato le scuse richieste per un montaggio ritenuto fuorviante di un suo discorso relativo all’assalto del Campidoglio del 6 gennaio 2021.

“Li citeremo in giudizio per una cifra compresa tra un miliardo e 5 miliardi di dollari, probabilmente la prossima settimana. Dobbiamo farlo” ha annunciato Trump ai giornalisti a bordo dell’Air Force One.

 

Il giorno prima - ricorda Paola Cavaglià su PrimaOnline - la BBC ha inviato scuse formali a Trump, dichiarando però che non esiste alcun fondamento legale perché il presidente degli Stati Uniti possa fare causa all’emittente pubblica e respingendo le sue richieste di risarcimento per un miliardo di dollari.

 

Le dichiarazioni di Trump

All’indomani delle scuse formali presentate dalla BBC, Trump ha detto, in un’intervista a GB News venerdì, che il montaggio era “impossibile da credere”.
“Ho fatto una dichiarazione bellissima, e loro l’hanno trasformata in una dichiarazione non bellissima,” ha detto. “‘Fake news’ era un termine efficace, ma ormai non è più abbastanza forte. Questo va oltre il falso, è corrotto.”

 

Trump ha detto di non aver parlato della questione con il primo ministro britannico, Keir Starmer, con il quale ha costruito un solido rapporto, ma che prevedeva di chiamarlo nel fine settimana appena trascorso.

 

Bbc determinata alla difesa

Intervenendo sulla questione, in una mail allo staff, il presidente della Bbc, Samir Shah, ha affermato che “non ci sono basi per un caso di diffamazione” e che l’emittente pubblica britannica è “determinata a lottare” contro l’azione legale miliardaria minacciata dal leader Usa.
“Si sta scrivendo, dicendo e ipotizzando molto sulla possibilità di azioni legali, compresi potenziali costi o accordi”, ha spiegato. “In tutto questo, siamo ovviamente pienamente consapevoli del privilegio dei nostri finanziamenti e della necessità di proteggere i cittadini britannici”, ha aggiunto, sottolineando che la posizione della Bbc non è cambiata e che intende quindi difendersi in tribunale qualora Trump avviasse un’azione legale.

 

Il memo interno

Il caos alla Bbc è esploso dopo che il filmato con l’intervento prima dell’assalto a Capitol Hill è riemerso una settimana fa, quando un memo interno dell’allora uscente consulente indipendente del comitato della BBC per le linee guida e gli standard editoriali, Michael Prescott, evidenziava il montaggio fuorviante, in cui il presidente degli Stati Uniti sembrava inneggiare alla violenza.

 

L’attacco, a cui parteciparono circa 2500 persone e che causò cinque morti, tra cui un agente di polizia, avvenne poco dopo che Trump aveva parlato al raduno “Save America” il 6 gennaio affermando falsamente che le elezioni del 2020 erano state “rubate dai democratici della sinistra radicale”.

Alle oltre 1000 persone condannate per atti violenti Trump ha poi concesso la grazia presidenziale.

 

Le altre cause legali con i media

La vicenda si aggiunge a una lunga serie di scontri tra Trump e le piattaforme mediatiche. Negli ultimi mesi, YouTube ha accettato di pagare 24,5 milioni di dollari per chiudere una causa avanzata dalla sua squadra legale, dopo accordi simili con Facebook e X/Twitter. Secondo i documenti giudiziari, parte di questi fondi sarà destinata alla nuova sala da ballo in costruzione alla Casa Bianca e alla futura biblioteca presidenziale di Trump.

 

La verità secondo l’Observer

La lettura che l’Observer fa dell’intera vicenda svela una realtà ben più complicata all’interno della BBC.

“Se oggi la BBC potesse esprimersi liberamente direbbe di aver subìto un golpe” si legge sul domenicale britannico, che spiega che il fatto che i due dirigenti dell’emittente, Davie e Turness, non abbiano spiegato molto delle loro dimissioni è dipeso dal fatto che nessuno dei due era nelle condizioni di farlo.

Pare infatti che un gruppo di dirigenti, nominati dai partiti, abbia spinto il presidente Samir Shash a liberarsi dei colleghi. Di seguito la ricostruzione dei fatti

 

5 giorni di stallo

Lo scorso 3 novembre Turness aveva proposto che la BBC inviasse le sue scuse per un discutibile montaggio trasmesso dalla trasmissione Panorama nel 2024.

 

Alcuni giornalisti avevano così preparato un comunicato di scuse che Shah avrebbe dovuto mandare al dipartimento cultura, media e sport, ma i consiglieri di nomina politica del consiglio di amministrazione, una volta letto il comunicato, lo hanno bloccato, dicendo che le scuse non erano abbastanza chiare.

 

“La risposta della BBC a quello che avrebbe dovuto essere un problema risolvibile è stata quindi congelata. Per giorni si è creato un vuoto, in cui si è fiondata la Casa Bianca criticando aspramente il montaggio di Panorama”.

L’8 novembre la situazione, ormai ingestibile, ha spinto i due dirigenti a dimettersi.

 

I protagonisti della vicenda

Al centro della vicenda c’è Robbie Gibb – ex addetto stampa di Theresa May e nominato nel 2021 nel consiglio della BBC dal governo di Boris Johnson – che in questi 4 anni ha combattuto contro una presunta linea editoriale “progressista e faziosa” dell’emittente pubblica.

 

Questa estate sono stati in 400, tra persone dello spettacolo e giornalisti, a firmare una lettera aperta di denuncia del ruolo di Gibb nella copertura distorta e opaca del conflitto israelo-palestinese e in una più generale mancanza di imparzialità della BBC.

 

L’Observer ha rivelato che Gibb è legato da stretta amicizia a Prescott, nel cui rapporto presentato al cda della BBC, oltre al montaggio di Panorama erano elencati: la copertura non obiettiva della Guerra di Gaza, la presunta “censura imposta dalla sezione lgbtq di Bbc News”, soprattutto su tematiche relative alle persone transgender, e anche le inesattezze sul razzismo nell’industria automobilistica in un servizio di Bbc Verify.

 

Manovre intimidatorie

Alcuni voci del meno di Prescott avrebbero giustificato un approfondito esame interno, ma – spiega il domenicale – “nessuna era sufficientemente grave da provocare le dimissioni di due dirigenti di alto livello”.

 

“Non c’entra nulla la qualità del servizio”, si tratta piuttosto di una “manovra intimidatoria” sapientemente orchestrata, in cui anche il ministro della cultura Lisa Nandy ha avuto un suo peso, dal momento che ha messo in dubbio in più occasioni la direzione di Davie, facendo così perdere a politici, di entrambi gli schieramenti, e all’opinione pubblica fiducia nella tivù di pubblico servizio.

 

La Bbc è dunque vittima di “un attacco politico che evidenzia difetti strutturali nel sistema che dovrebbe garantire l’indipendenza dell’azienda”, che rimane “il principio più essenziale” perchè le persone continuino ad avere fiducia in essa.

***

(Paola Cavaglià - PrimaOnline)